"I sindacati dovrebbero avere più riguardo per i passeggeri ed evitare di coinvolgere contemporaneamente il servizio ferroviario e quello su gomma". Lo sostiene il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi, relativamente allo sciopero indetto dai sindacati di entrambi i settori per venerdì prossimo, 28 maggio. "Lo sciopero è un diritto sacrosanto - dice Bonaccorsi - ma serve anche attenzione per tutti coloro che hanno bisogno di muoversi con i mezzi pubblici per lavoro e studio.
La pensa così anche la commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero che con la delibera 10/245 del 13 aprile scorso, ha chiarito che i lavoratori del trasporto pubblico locale e del settore ferroviario non possono scioperare nello stesso giorno, poichè i due servizi sono alternativi l'uno all'altro". Lo sciopero del 28 maggio è stato indetto dalle organizzazioni sindacali del Tpl e del trasporto ferroviario nell'ambito della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
"Il pronunciamento della Commissione è volto ad offrire maggiori garanzie ai cittadini, evitando la concomitanza dello sciopero di bus e treni nello stesso bacino di utenza. Un corretto pronunciamento di tutela per i passeggeri con il quale la Commissione dà pienamente ragione ad Asstra e Anav, le associazioni di categoria del Tpl, e che rende inattuabile lo sciopero di venerdì 28 maggio", conclude Bonaccorsi. Chiuso il dossier Ataf dall'Antitrust Intanto sul fronte Ataf l'Antitrust (Autorità garante per la concorrenza e il mercato) ha comunicato ufficialmente che la questione del call center è stata risolta e che, grazie all'intervento dell'azienda, i profili di scorrettezza commerciale adottati dal gestore esterno sono stati rimossi.
Pertanto il Garante ha chiuso il 'dossier Ataf' ritenendo che "non sussistano i presupposti per ulteriori approfondimenti". A determinare l'interessamento dell'Antitrust (e numerose polemiche di cittadini, riportate in più occasioni anche dalla stampa locale) era stato il comportamento della società che gestisce il call center per conto di Ataf. In particolare, si ravvisava come pratica commerciale scorretta il fatto che nel corso del messaggio informativo obbligatorio (che precede cioè il rilascio di informazioni sul servizio) i clienti erano già sottoposti a tassazione.
Appena ricevuta la segnalazione dell'Antitrust, Ataf ha chiesto alla società affidataria del servizio call center di provvedere immediatamente per adeguarsi alle disposizioni del Garante, a tutela dei consumatori. A seguito della richiesta di Ataf, scrive oggi lo stesso Garante, "i profili di scorrettezza della pratica commerciale oggetto di indagine sono stati rimossi".