In un piccolo ed accogliente salotto pubblico, nel centro urbano di Firenze, da oltre cent'anni esiste un punto di riferimento culturale, si tratta della bancarella dei libri del signor Paolo Sabatini meglio noto al pubblico come "Paolino". I recenti ritocchi alle tariffe inerenti i mercati allestiti in strada hanno colpito duramente anche l'attività della piccola e caratteristica rivendita di libri usati; sui risvolti di copertina troviamo cifre piuttosto irrisorie da 1 a 3 euro, l'economicità di un simile mercato è proverbiale e ne è al tempo stesso la forza, così come non mancano meri scambi che non producono profitto ma creano mercato ed aumentano la varietà dei prodotti messi in mostra quotidianamente. "5000 euro annui - si legge su un cartello scritto di pugno da Paolo ed esposto al pubblico - sono davvero tanti, troppi.
Già nel recente passato - continua il testo - si era verificato un aumento giustificato dalle domeniche (sigh!). Perdere una simile attività sarebbe veramente un peccato - conclude - e se questo dovesse accadere, si scoprirebbero subito le responsabilità". Siamo in Piazza San Firenze, o per la targa che campeggia a fine di via del Proconsolo; "Via de' librai". Già perché poi la storia ha quell'ironia pungente che ti perseguita ed in questo caso ammonisce a suo modo ogni intervento che negli ultimi anni ha visto sfortunato protagonista il libraio Paolo. "E' tutto vero - dice - ho le prove, i bollettini a casa da dover pagare e la cosa mi preoccupa, non posso continuare ad alzarmi alle 6 al mattino,trascinare il carretto fino qui, per cosa? I ricavi di questa attività non son all'altezza di potermi permettere un simile esborso economico, mi troverò costretto a chiudere". Sulla bancarella già campeggia un cartello arancione con la scritta "Cedesi attività", che lo si voglia intendere come un mero lavoro, o come un'opera di divulgazione culturale, sta di fatto che dei libri esposti in una città come Firenze non possono certo considerarsi merce turistica al pari di cinture, magliette di calciatori famosi o grembiulini con il David dai coloriti attributi. "Eppure io pago per i miei 5 metri - spiega Paolo - a volte anche più di chi ha a disposizione un metraggio maggiore e non ne capisco la ragione, sul bollettino non sono riportati i criteri di valutazione dei costi, ma solo il totale" Dietro ogni attività c'è il lavoro quotidiano di chi ha scelto il duro mestiere dell'ambulante, così come ci sono le famiglie e le altre ed eventuali problematiche, certo è che una regolamentazione del settore è stata più volte richiesta, così come una maggiore chiarezza di intenti: "Non ha senso - e conclude Paolo - attaccare il commercio ambulante per ridurne l'impatto, colpendo in modo indiscriminato senza valutare le situazioni ciscuna per le proprie peculiarità, se si intende migliorare la vivibilità di certe strade e di conseguenza l'impatto visivo di merce e servizi, sarebbe meglio dialogare con gli operatori del settore piuttosto che portare la situazione verso una inesorabile e spiacevole uscita di scena" di Antonio Lenoci