"Questo è un colpo troppo duro per Arezzo". Così Maurizio Bianconi vicepresidente del Gruppo Pdl alla Camera dei Deputati che spiega: "Lo dico io che certo non sono né politicamente né culturalmente vicino alle posizioni di Ceccarelli. Ricordo ai distratti che già nella scorsa legislatura Arezzo non aveva assessorati in Regione, unica provincia penalizzata dalle scelte territoriali di Martini. Nel 2008 si “liberò” l’assessorato all’Agricoltura per l’inaspettata elezione di Susanna Cenni alla Camera dei Deputati e Martini tenne per sé la delega proprio per riservarla ad un aretino (tutti pensavamo a Ceccarelli) per la legislatura successiva.
Danno e beffa insieme. Beffa per gli elettori di sinistra che confidavano nel meritato riconoscimento (lo dico io che sono un avversario) al personaggio che aveva stravinto le primarie. Beffa per tutta la classe dirigente della sinistra aretina sicuramente spiazzata dal mancato mantenimento delle promesse sbandierate per anni". "Danno poiché un raccordo istituzionale per una provincia in palese difficoltà era ed è indispensabile, specialmente in una regione dove il localismo spesso prevale sugli interessi generali.
Tutto questo dimostra come il partito egemone del potere politico ed economico della Toscana, ormai sia soltanto attento a conservare se stesso, i propri privilegi e la propria situazione dominante. E’ una vecchia storia quella di Arezzo penalizzata dalla regione, ma adesso ai motivi storici si aggiungono realtà ben più insidiose: i patti di ferro fra i cacicchi di sinistra e la terribile cappa di piombo costituita dai poteri bancari, cooperativi e della sanità che garantiscono il benessere di pochi e l’esclusione da ogni possibilità di sviluppo e cambiamento per quelli che non sono del “giro”.
Il Pdl pur nella sua posizione di minoranza regionale, segnala invece come si sia intensamente lavorato per garantire ad Arezzo, nonostante la diminuzione del numero complessivo dei consiglieri regionali, la conferma delle due posizioni in Consiglio e si siano anche rispettati i riferimenti territoriali. Costruire l’alternativa a questo punto non è più un interesse di parte, ma una necessità ineludibile del territorio. Poi come al solito se una comunità vuol continuare a rovinarsi faccia pure" conclude Bianconi.