''Burma Vj'', dentro le violenze del regime birmano

Giovedì 1 aprile allo Stensen il pluripremiato collage di testimonianze dalle strade della Birmania. Nel documentario le repressioni dei militari filmate clandestinamente dalle telecamere di giovani reporter.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2010 16:09
''Burma Vj'', dentro le violenze del regime birmano

Il feroce e sanguinario regime militare della Birmania smascherato dalle piccole telecamere nascoste di giovani e coraggiosissimi reporter che hanno filmato le repressioni e le atrocità dei militari per le strade del paese. E’ Burma Vj - Reporting from a Closed Country, il pluripremiato documentario candidato all’Oscar nel 2010 del regista danese Anders Østergaard che verrà proiettato all’Auditorium Stensen (viale don Minzoni 25, ingresso 6 euro, info 055.576551, 335.5400655) giovedì primo aprile alle ore 21 e alle ore 17.

L’incasso della serata andrà in beneficenza per sostenere il progetto umanitario Baan Unrak che accoglie in Thailandia bambini e ragazze madri profughi dalla vicina Birmania. L’evento è organizzato e promosso da Amurt Italia, Fondazione Stensen, Fondazione Freedom from Fear e birmaniacampaign.it in collaborazione con Cineagenzia e GA&A. Il documentario, tutto costruito sulle immagini contrabbandate nei modi più rocamboleschi e raccolte meticolosamente dal regista, è un racconto straziante sul coraggio individuale e disperato della libertà.

La notizia che chiude il film sigilla il dramma di questa impresa: scoperti dalla polizia segreta, due dei giovani giornalisti autori del film sono stati condannati all'ergastolo in una prigione speciale. È probabile che nessuno li rivedrà mai più. Il lavoro del regista Anders Østergaard ci propone una fotografia coinvolgente, anche nelle scene ricostruite. E la musica di sottofondo crea un'atmosfera perfetta per l'argomento trattato. Il documentario riesce a farci capire come il giornalismo non sia più un'esclusiva dei professionisti occidentali, ma si stia spostando verso il coraggioso lavoro degli amatori (vedi l'Iran), che grazie ai costi sempre più ridotti delle attrezzature e alle motivazioni personali di libertà riescono a compiere un lavoro straordinario e a tenere informato il mondo.

Il tutto, grazie a una stazione televisiva indipendente che, nonostante la povertà di mezzi, rifornisce di materiale le ben più blasonate Bbc e Cnn. Al termine delle due proiezioni si terrà l’incontro con Cecilia Brighi, autrice del libro sulla Birmania ‘Il pavone e i generali’, e June Bellamy, discendente della casa reale birmana.

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