Grande interesse per il progetto targato Firenze. È sicuramente positivo il primo bilancio della missione a Parigi dell’assessore alla moda e al turismo che oggi ha consegnato all’Unesco la proposta di tutela del “saper fare” fiorentino nel settore della pelletteria. “Il centro storico di Firenze è già patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1982 – spiega l’assessore –. Da poco l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha attivato un ulteriore ambito di salvaguardia mirato al cosiddetto ‘patrimonio immateriale’, ovvero il bagaglio di tradizioni, di conoscenze e di saper fare che rappresentano una delle ricchezze fondamentali delle città e dei territori.
Per questo abbiamo deciso di cogliere questa occasione e presentare la candidatura di Firenze su un progetto mirato al settore della pelle e del cuoio, al know how dell’artigianato e della produzione manifatturiera dell’area fiorentina”. E il progetto ha riscosso un grande interesse come conferma l’assessore. “Gli incontri sono andati molto bene. Tutti riconoscono l’importanza del patrimonio di Firenze, un patrimonio trasversale che riguarda molteplici settori. Adesso dobbiamo predisporre la documentazione necessaria e in questo lavoro coinvolgeremo anche le associazioni di categoria”.
L’assessore ha anche incontrato l’ambasciatore presso la sede centrale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura di Parigi, Maurizio Enrico Luigi Serra che ha dato la massima disponibilità a sostenere il progetto. A Parigi con l’assessore è presente anche Paolo Orefice direttore della cattedra trasdisciplinare Unesco “Sviluppo Umano e cultura di Pace” presso l’Ateneo fiorentino. In questo lavoro, molto complesso e che dovrà essere presentato all’Organizzazione delle Nazioni Unite ufficialmente dal governo italiano, l’Amministrazione comunale si avvale infatti della collaborazione dell’Università.
“Abbiamo riscontrato un grande entusiasmo per Firenze e un pieno appoggio a progetti legati alla tutela del saper fare, ma anche della cultura e del dialogo interculturale – precisa Orefice –. L’Unesco ha grandi aspettative sul progetto fiorentino in cui il ‘saper fare’ diventa elemento di coesione sociale, di sviluppo economico e di dialogo interculturale, tanto da valutare la possibilità di presentarlo direttamente all’Assemblea generale delle Nazioni Unite”. Orefice ricorda che il progetto si tradurrà in un riconoscimento formale per il know how nel settore della pellettiera che avrà ricadute concrete anche a livello di salvaguardia.
“Questa tutela obbliga gli enti pubblici, ad iniziare dallo Stato, a mettere in pratica politiche mirate a questo scopo. Si tratta quindi di un vincolo che si traduce in interventi di salvaguardia difesa contro la dispersione questi saperi e di recupero di quelli che stanno scomparendo”. Inoltre, vista la mission dell’Unesco, ha importanti ricadute anche nel campo della formazione perché prevede lo sviluppo di progetti e percorsi formativi e informativi rivolti ai giovani per tramandare i saperi, ma anche ai turisti per valorizzare i luoghi dove si esplica questo patrimonio immateriale e ai cittadini in generale perché recuperino o scoprano questa importante risorsa del proprio territorio.
(mf)