“A leggere le anticipazioni de 'Il Bisturi' su come le Regioni si stanno predisponendo per l'aborto farmacologico dopo la commercializzazione della Ru486, viene il dubbio di avere letto male il dato riguardante la Toscana”. E' l'intervento della senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicali-Pd e Segretaria Commissione Igiene e Sanità. “Dopo la sperimentazione del Sant'Anna di Torino – prosegue Poretti - , la Toscana era una tra le prime regioni che ne ha consentito l'uso con la procedura dell'importazione in particolare grazie all'ospedale di Pontedera e al dottor Massimo Srebot, e dove il day hospital era la regola e la prassi esattamente come succede in tutto il resto del mondo, non solo in Europa e negli Usa.
Ora si apprende che Lombardia, Toscana e Veneto hanno deliberato per il ricovero ordinario per tutta la durata dell’interruzione di gravidanza (normalmente tre giorni), mentre Emilia Romagna, Piemonte e Provincia autonoma di Trento, hanno seguito la via della possibilità del day hospital, prevedendo appositi protocolli che consentono comunque il monitoraggio costante della donna, anche al di fuori dell’ospedale, per l’arco di tempo necessario all’aborto”. Cosa è successo in Toscana, si chiede Poretti? “Quando era importata si seguiva la prassi medica del resto del mondo e ora che è in commercio in Italia si seguono le indicazioni di un unico Stato, quello del Vaticano? Nel frattempo è cambiato solo l'assessore, o meglio il ruolo dell'assessore alla Salute, Enrico Rossi, fino a pochi mesi fa solo assessore, ora anche e soprattutto candidato presidente della Regione che, pur non avendo stretto alcun accordo con l'Udc, non manca di essere compiacente all'elettorato del partito di Casini.
Tutto questo passando sopra il corpo delle donne ritenute pazze da legare al letto per tre giorni. Una manfrina per scoraggiare il ricorso alla Ru486 invece che garantire le modalità di ricovero e assistenza previste dalla legge, garantendo altresì al medico la scelta di metodo e modalità idonee alle caratteristiche cliniche della donna. Basti pensare che, in generale, per l'interruzione volontaria di gravidanza nel 91,2% dei casi (dati relazione annuale sulla legge 194) la durata della degenza è durata meno di 24 ore e nel 6,2% la donna è rimasta ricoverata per una sola notte.
Con la degenza dei tre giorni non ci sarà primario di ginecologia che cercherà di promuovere questo metodo, sarebbe una spesa per il Ssn e una gestione difficilissima delle corsie d'ospedale”. “L'indagine conoscitiva che ha bloccato i lavori per mesi della commissione Sanià del Senato, ha mostrato come la Ru486 sia un metodo efficace e sicuro e come in nessun Paese al mondo sia previsto il ricovero per tre giorni. Basta rileggersi gli atti... se Rossi avrà tempo tra un comizio e l'altro di fare ancora l'assessore alla Salute” conclude Donatella Poretti. Il coordinatore della segreteria regionale del Pd attacca la candidata Faenzi “Le vicende che stanno coinvolgendo il coordinatore del Pdl Denis Verdini, oltre a far emergere un inquietante rapporto tra politica e affari nella nostra regione, dimostrano quanto avessi ragione a sostenere che quella dell’onorevole Monica Faenzi è una candidatura a perdere, fatta solo per non alterare i reali equilibri interni al Pdl fiorentino e a non scalfire lo strapotere di Verdini.
Cosa che, evidentemente, non avrebbero garantito altre figure tipo quella del 'finiano' Riccardo Migliori. Lo stesso Berlusconi, non a caso, si è sentito in dovere di difendere Verdini dalla faida che si sta consumando all'interno di quel partito”. E' quanto dichiara Luca Sani (Pd). “L’onorevole Faenzi, pertanto, non può dire di non sentirsi coinvolta in quanto sta accadendo, semplicemente prendendo le distanze da quella vicenda, non solo per i noti legami politici con il coordinatore del Pdl Verdini, ma per il fatto che oggi è la rappresentante principale del Pdl nella competizione elettorale regionale e per essersi prestata consapevolmente ad un’operazione più tesa ad arginare la competizione interna che ad affermarsi alle elezioni regionali.
D’altra parte, che la candidatura della Faenzi sia 'usa e getta' è dimostrato dal fatto che la deputata, nonché sindaco di Castiglione della Pescaia, si è guardata bene dal dire pubblicamente che nel caso di sconfitta – cosa probabilissima – rinuncerebbe al seggio parlamentare per lavorare in Consiglio regionale per la Toscana” conclude Sani. Intanto l'Udc punta a prendere più voti del Pdl È questo l’obiettivo dell’Udc secondo l’onorevole Francesco Bosi, candidato alla presidenza della Toscana sostenuto dal partito di Pier Ferdinando Casini, che questa mattina ha presentato i candidati delle singole province per le prossime elezioni regionali.
Confermati i tre consiglieri uscenti - Marco Carraresi capolista a Firenze, Giuseppe Del Carlo a Lucca, Luca Titoni a Pisa – nelle liste Udc, ha sottolineato Bosi, “son presenti rappresentanti delle istituzioni locali, ma anche esponenti esterni impegnati nel sociale e molte persone che provengono dal Pd e dal Pdl” come Lorenzo Zirri, già consigliere regionale di Forza Italia, capolista ad Arezzo. “L’adesione di tanti personaggi – ha detto il candidato alla presidenza dell’Udc – conferma come ci sia un’attrattiva nei nostri confronti: cominciano ad affluire nel nostro partito persone deluse da quello che questi due partiti rappresentano in Toscana.
Noi stiamo intercettando un’ansia di cambiamento da gente profondamente insoddisfatta dall’egemonia della sinistra quanto da un Pdl che fa una falsa opposizione ma dietro le quinte si trova d’accordo sulle cose politicamente più rilevanti. Ci candidiamo per rappresentare quel vasto elettorato che, stanco di questo stato delle cose, vuole mandare un forte segnale di discontinuità e di deciso cambiamento”. Questo l'elenco dei candidati della provincia di Firenze
- Marco Carraresi, 1958, presidente del gruppo regionale Udc;
- Piero Barbetti, 1941, consulente aziendale;
- Lorenzo Maria Marchi, 1980, avvocato;
- Vincenzo Acanfora, 1940, rappresentante della Lista Pensionati;
- Bruno Baccani, 1957, artigiano, impegnato nel mondo cattolico;
- Anna Borgia, 1956, educatrice;
- Stefano Baldacci, 1955, già sindacalista Cisl;
- Jacopo Borri, 1977, consigliere comunale a San Casciano Val di Pesa;
- Stefania Carletti, 1957, bancaria;
- Emilio Cioni, 1941, ingegnere, già consigliere comunale a Empoli;
- Francesca Fiorazzo, 1973, consigliere comunale a Incisa Valdarno, proveniente dal Pdl;
- Giampaolo Giannelli, 1969, consigliere comunale, già vicesindaco Pd a Dicomano;
- Alessandra Lucci, 1963, imprenditrice agricola, già presidente regionale Coldiretti;
- Maria Grazia Seremia, 1961, insegnante, rappresentante circoli liberal.