La prima forma di pittura realizzata dall'uomo, circa 40.000 anni fa, consta di impronte positive o negative della mano. Come estremità del corpo più utilizzata per tantissime e disparate azioni, la mano rappresentò vari concetti ed aspetti simbolici nell’antichità. Lungo il percorso, indicato da una mano amuleto con potere esorcizzante, si possono ammirare reperti storico-archeologici raffiguranti mani in gesti legati alla generosità del sacro femminino, con donne che si proteggono il ventre, sede originaria della vita o le portano al seno che allude alla fecondità; rituali, come in occasione di riti di iniziazione (le danze) o nei momenti di necessità di invocazione della bontà degli dei (con le mani verso il cielo in segno di devozione); di valore apotropaico e di protezione nell’aldilà (le corna fatte da una defunta). Nella mostra, invece, la maestria della mimesi che si ritrova nei lavori di pittura sul corpo realizzati dall’artista negli anni Ottanta e Novanta, nel suo laboratorio situato nel quartiere d’Oltrarno caratteristico per le botteghe artigiane, porta a una riflessione sul potere incantatore delle mani, delle decorazioni e della loro somma.
Animali, sportivi, musicisti sono dipinti sugli avambracci in posa statica, catturata da una fotografia, o in azione dinamica, con la mobilitazione del polso e la gestualità delle dita, ripresa in filmini video che raccontano brevi storie e simpatiche scenette. Il fruitore è indotto a sprigionare la propria creatività in un mondo tutto fantastico da creare sulla propria pelle, sperimentando la magia e la piacevolezza della creazione artistica e dell’esperienza di andare oltre a ciò che si vede così com’è, potendo trasformare la realtà a partire dallo spazio d’azione che ognuno di noi ha: il proprio corpo.
Accendendolo di colori e arricchendolo di possibilità immaginative. Rotto il limite e superato il confine tra realtà interiore e realizzazione esteriore si prova l’ebbrezza dello stimolo immaginativo che unisce la vitalità all’arte. Le opere Animani sfruttano il più flessibile strumento di espressione dell’uomo: le mani. Con il linguaggio corporeo, il cui significato generalmente varia geograficamente, Mariotti invece comunica tramite movimenti universali comprensibili a chiunque.
Di estremo interesse è come riesca a rendere l’arte, ed il concetto di giocosità che ad essa associa, un minimo comune denominatore degli uomini: persone di ogni età e turisti di ogni provenienza. di Silvia Languasco