La scomparsa di Umberto Bianchini lascia, davvero Firenze più povera. Dopo Sergio Scatizzi, e Luciano Guarnieri se ne va anche Bianchini, uno degli ultimi maestri di quella pittura fiorentina che, a dispetto della non grande fortuna mediatica, evidenzia la notevole ricchezza artistica della Firenze contemporanea. Umberto Bianchini era nato settantacinque anni fa a Firenze, dove si era diplomato, e si era formato con la frequentazione degli studi di Enzo Pregno e di Guido Borgianni.
La sua intensa attività lo ha indotto ad esporre in numerose città italiane. Importante la sua attività espositiva anche all´estero, soprattutto negli Stati Uniti A Bianchini non sono mancati nel corso della sua intensa attività i riconoscimenti della critica nazionale e internazionale "Pittore tonale di atmosfere ovattate" lo ha definito Gabriella Gentilini che ha curato varie mostre organizzate da Firenzeart, annotando che "...oltre alla sensibilità velata di nostalgia di composizioni e nature morte, il tema prediletto dall´artista è la figura umana, soprattutto quella femminile, colta nella naturalezza della quotidianità, trattata con tocco delicato e leggero, con i capelli scomposti, o vestita elegantemente in un giorno di festa.
Il colore, soffice e vaporoso, modulato su tonalità tenui e sfumate, svolge un ruolo 'scultoreo', accarezza le figure, le modella, cattura le vibrazioni dell´aria, quasi fosse gonfiato da un soffio di vento che lo rende leggero e impalpabile come una nuvola...". AL