"Ci stiamo avvicinando alla stagione dei saldi ed i consumatori devono avere alcune raccomandazioni. Gli acquisti in questo periodo possono comportare grandi occasioni ma anche qualche fregatura. Infatti in un periodo di crisi come questa sicuramente molti consumatori hanno rinviato l’acquisto di alcuni beni per tentare di risparmiare". E' quanto si legge in una nota a firma Marco Festelli presidente regionale di Confconsumatori. "Per questo motivo la nostra associazione - si legge ancora nella nota - segnala alcuni suggerimenti che possono evitare quale delusione". Ed eccoli i suggerimenti di Confconsumatori:
- Comprate possibilmente in negozi abituali, sarà più facile accertarsi della convenienza, peraltro nelle città in cui i saldi non sono ancora avviati è opportuno fare un giro nel negozio prima dell’avvio della stagione onde verificare il prezzo del bene che interessa.
- Conservare lo scontrino perché il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se vi sono cartelli con dicitura che i capi in svendita non si possono cambiare.
- E’ obbligatorio esporre nel talloncino il prezzo pieno, la percentuale di sconto ed il prezzo scontato.
- Confrontate, anche durante i saldi, i prezzi dei vari esercizi.
- Verificate che l’etichetta del capo d’abbigliamento contenga la composizione e le istruzioni per la pulizia.
- La merce a saldo deve essere tenuta fisicamente separata da quella a prezzo pieno.
- I negozianti sono obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito anche con i saldi; in caso di rifiuto non acquistate il bene e segnalate il caso per scritto alla società servizi interbancari e ad un’associazione di consumatori.
- Il consumatore ha diritto di provare i capi, esclusa la biancheria intima.
- Attenzione ai saldi superiori al 50% potrebbero nascondere 'fregature', come ad esempio merce dell’anno passato, il che potrebbe essere ugualmente un buon affare purchè il negozianti informi il cliente.
- Attenzione poi, non farsi ingannare da false informazioni, la garanzia per vizi e difetti è di due anni secondo il decreto legislativo 24/2002.