Sul quotidiano "La Nazione" dello scorso 28 Gennaio, edizione nazionale, sono stati riportati alcuni dati relativi ai licenziamenti intimati per assenteismo dal Comune di Firenze nei confronti dei propri dipendenti. In particolare, nell'articolo si è evidenziata l'efficacia delle procedure di controllo messe in atto dall'Amministrazione comunale fiorentina, che nell'ultimo biennio hanno determinato l'apertura di 128 procedimenti disciplinari, sfociati, poi, oltre che nei 2 licenziamenti, anche in 22 sospensioni dalla prestazione lavorativa.
"Sebbene il Comune di Firenze conti all'incirca 4.300 dipendenti, tali dati sono comunque superiori rispetto ad altre aziende pubbliche -commenta la Presidente della Commissione Organizzazione, Affari Generali e Bilancio del Comune di Firenze, Cecilia Del Re- ciò conforta la serietà ed il rigore di questa Amministrazione Comunale in materia di procedimenti disciplinari nel caso della commissione di illeciti da parte dei propri dipendenti. L'invito che si rivolge, dunque, a questa Amministrazione è quello di andare avanti in questa direzione perchè è la strada giusta da percorrere per difendere la dignità del lavoro nel settore pubblico e quella dei molti e bravi dipendenti che ci lavorano".
La Nazione del 29 gennaio ha dato poi notizia della chiusura di sale della Galleria degli Uffizi, domenica 23 gennaio. “Le pecore nere si annidano in qualsiasi realtà produttiva, pubblica e privata, e i comportamenti scorretti o delinquenziali li ritroviamo nel lavoro pubblico come nel privato: ed entrambe le cose sono intollerabili, sia nel pubblico che nel privato -ribatte per la CGIL di Firenze, la Segretaria della Funzione Pubblica, Giulietta Oberosler- I lavoratori degli Uffizi compiono quotidianamente il loro dovere, sono orgogliosi di lavorare per lo Stato e per un museo straordinario, garantiscono già 66 ore di apertura settimanale contro le 62 del Louvre, gestiscono un flusso di circa 1.935.000 milioni di utenti (dato 2014, con il 2015 che registra un aumento di circa il 2%), gestiscono bilancio, prestiti di opere, concessioni, logistica, manutenzioni, garantiscono la tutela del patrimonio visibile e dei depositi pure il mezzo al cantiere infinito dei Nuovi Uffizi (tanto per fare paragoni, il Museo dell'Opera del Duomo ha scelto di chiudere in fase di ristrutturazione, gli Uffizi neanche un giorno....). E i colleghi di Pitti e Boboli fanno altrettanto. Nessuno è imboscato, e se qualche sale chiude è perché la tutela e l'accoglienza richiedono numeri non tirati a caso, o al ribasso, ma fissati da standard internazionali sulla sicurezza dei musei. La cosa strana è che questo attacco provenga proprio da chi dovrebbe rappresentare e tutelare i lavoratori.
Fuoco amico continuo. Forse qualcuno è confuso, oppure vuole cambiare ruolo?”.
Il 25 gennaio il personale della Soprintendenza Archeologia Toscana, riunito in assemblea, ha espresso contrarietà alla riforma Franceschini bis, che unifica le Soprintendenze Archeologiche con quelle alle Belle Arti e Paesaggio. Il personale della Soprintendenza Archeologia Toscana rivendica la propria specificità e la propria autonomia scientifica e si impegna, in sinergia con CGIL, CISL e UIL, a percorrere tutte le iniziative che possano risvegliare la coscienza civile degli italiani contro il progetto di depotenziamento e disgregazione del compito di tutela che l'articolo 9 della Costituzione affida alla Repubblica Italiana. La Soprintendenza Archeologia Toscana conta 6 aree archeologiche aperte al pubblico, tra cui spicca Roselle che registra eccellenti risultati in termini di utenza, un cantiere di scavo visitabile (il Cantiere delle Navi di Pisa) ed altri importanti siti, nonché un nucleo tutela dedicato all’archeologia subacquea; vigila su collezioni e monumenti pubblici e privati, è presente nel territorio con numerosi cantieri di scavo e di restauro, cui si aggiungono gli interventi di archeologia preventiva connessi alla realizzazione di servizi e infrastrutture.
Venerdì 5 febbraio presso l’auditorium di Santa Apollonia a Firenze si terrà un’assemblea regionale di tutti i dipendenti delle Camere di Commercio toscane, promossa dalle OO.SS CGIL-CISL-UIL Toscana, alla quale sono stati invitati anche i vertici politici della Regione Toscana e i parlamentari eletti sul territorio. Le RSU delle Camere di Commercio toscane e di Unioncamere Toscana aderiscono allo stato di agitazione del personale del sistema camerale, proclamato a livello nazionale e regionale dalle OO.SS.
CGIL-CISL-UIL, ritenendo che la bozza di decreto delegato attuativo della riforma della PA relativo alle Camere, circolata in queste ultime settimane, costituisca un grave tentativo di ridimensionare il sistema camerale e portarlo ad un progressivo smantellamento, considerato che le Camere hanno già dovuto subire un taglio della propria principale fonte di finanziamento, il diritto annuale, in una misura che nel 2017 toccherà il 50%.
I senatori dell'Italia dei Valori Alessandra Bencini e Maurizio Romani hanno depositato un'interrogazione parlamentare al ministro delle Finanze in cui si definisce “incomprensibile la scelta, da parte dell’Amministrazione doganale, di trasferire la sede dell’Ufficio delle Dogane di Firenze da Via Panciatichi 17 e 14 in Via S.Croce all'Osmannoro 24 a Sesto Fiorentino". La decisione di procedere a tale recente trasferimento "presso una sede che dista soli trecento metri dalla discarica di Case Passerini e dal termovalorizzatore di prossima costruzione" – osservano i senatori - "è stata presa nonostante la ferma contrarietà dei lavoratori, di tutte le sigle sindacali, degli operatori doganali e delle associazioni di categoria, che più volte e pubblicamente hanno denunciato l’incomprensibile difesa da parte dell’Amministrazione doganale di una scelta unilaterale, palesemente sbagliata e dannosa per l’economia di settore dell’intera regione Toscana”. “Secondo i sindacati – si legge nell'interrogazione -, tra le altre cose, le caratteristiche della nuova sede contrastano con la necessità dell'Ufficio Doganale di disporre di un magazzino in cui depositare in sicurezza merci, anche di notevole qualità e valore; la piattaforma esterna per lo scarico delle merci non può essere utilizzata per lo sdoganamento per un grave errore di progettazione; la zona è anche classificata come area sensibile già vulnerata da fenomeni di inondazione e soggetta a rischio idraulico”. Al ministero si chiede dunque “di individuare, congiuntamente con tutti i soggetti istituzionali interessati, soluzioni alternative finalizzate ad individuare una sede idonea e decorosa per l’Ufficio delle Dogane di Firenze e non penalizzante per l’utenza, gli operatori, i lavoratori e per l’erario”.
"Rimaniamo preoccupati per il futuro del CMP di Sesto Fiorentino e per quello degli altri 15 CMP italiani, alcuni dei quali verranno chiusi in seguito al piano di ristrutturazione presentata da Poste. Dai dirigenti di Sesto abbiamo ricevuto rassicurazione sui licenziamenti e sul rispetto degli accordi sottoscritto lo scorso 25 settembre. Abbiamo accolto positivamente gli impegni, ma intendiamo assicurarci che essi vengano rispettati fino in fondo. Chiederemo un'audizione dell'ad di Poste in Senato e l'intervento del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, e di quello della Città Metropolitana, Dario Nardella affinché incontrino lavoratori e azienda".Lo affermano la senatrice di SEL Alessia Petraglia, il consigliere regionale di Sì Tommaso Fattori e il consigliere comunale di FRS Tommaso Grassi, che ieri in serata si sono recati al CMP di Sesto Fiorentino, incontrando i dirigenti e i lavoratori dei turni notturni nel corso di una visita alle aree di produzione. "Abbiamo ascoltato con grande attenzione l'esposizione del piano industriale - proseguono - e abbiamo posto alla dirigenza le preoccupazioni dei lavoratori ricevendo risposte talvolta insufficienti.
Abbiamo garanzie circa il mantenimento dei contratti a tempo indeterminato, ma durante la visita abbiamo trovato al lavoro tanti giovani con contratti a tempo determinato. A proposito di questi posti di lavoro non si dice niente nel piano di ristrutturazione. Che cosa si intende fare con queste donne e questi uomini? L'intenzione è quella di andarli a perdere? Ecco uno dei punti sui quali esigiamo risposte". "Lo stabilimento di Sesto Fiorentino ha tutte le caratteristiche logistiche e funzionali per continuare ad operare - concludono - Grazie alla sua posizione strategica, tra autostrada, ferrovia e aeroporto, può diventare un riferimento per tutto il tessuto produttivo dell'area, senza rinunciare alla propria centralità e senza andare a colpire di nuovo il lavoro in un territorio già pesantemente colpito dalla crisi".
Si è svolto ieri in Palazzo Medici Riccardi fra istituzioni (Città Metropolitana e Comune di Firenze), sindacati (FILT CGIL, FIT CISL, UIL TRASPORTI) e aziende (Cooperativa Morelli e Con.Fid.Station), l'incontro dell'Unità di Crisi Metropolitana circa l'attività inerente il deposito bagagli della principale stazione fiorentina. I 7 lavoratori interessati avevano ricevuto a fine dicembre scorso il preavviso di licenziamento visto il termine dell'appalto, fissato per il 31 gennaio prossimo.
Con.Fid.Station, infatti, aveva deciso di reinternalizzare la funzione. Nella riunione le due aziende hanno proposto l'assunzione rispettivamente di n. 5 lavoratori presso la Cooperativa Morelli, e n. 2 presso Con.Fid.Station. Le OO.SS. hanno espresso parere favorevole. Al termine è stato redatto un verbale di incontro contenente gli impegni delle aziende. Le istituzioni si sono dette soddisfatte dell'esito, sottolineando l'impegno manifestato fattivamente dalle parti per una positiva risoluzione della vertenza.