Arrivati a Firenze i primi afgani: le foto

Giani: "Accoglienza è civiltà". Molti hanno trovato accoglienza in alberghi sanitari a Montecatini

Redazione Nove da Firenze
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25 agosto 2021 10:42
Arrivati a Firenze i primi afgani: le foto
ph Facebook Giani

Arrivati in Toscana i primi afgani: donne, bambini, collaboratori con famiglia degli italiani presenti in Afghanistan. "Senza alcun bagaglio, disorientati, hanno trovato nei nostri aerei l'unica via di fuga dalla terribile situazione che si prospettava. Accoglienza è civiltà!", commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani.

"Sono arrivati in Toscana i primi afgani. Hanno trovato accoglienza - ricorda Sara Funaro assessore fiorentina - in alberghi sanitari a Montecatini. Vedere le immagini di bambini, donne, famiglie che scendono dai pullman militari senza bagagli, con una vita lasciata alle spalle e con la consapevolezza di dover ricominciare da capo fa sentire ancora più forte la consapevolezza di quanto ognuno di noi debba fare la propria parte per accogliere e creare percorsi di inclusione sociale.

La Asl, gli albergatori e la Caritas si stanno già attivando per fornire tutto ciò che è necessario alle famiglie. In questa settimana sono state tantissime le manifestazioni di solidarietà e di umanità arrivate da singoli cittadini, associazioni, istituzioni del territorio: ognuno con la voglia di dare un contributo. Accadde anche in passato, ma il grande cuore dei nostri cittadini non smette mai di stupirci e il senso di gratitudine è sempre tanto. Terminate le quarantene, a Firenze siamo pronti per l’accoglienza, consapevoli che il lavoro da fare tutti insieme sarà tanto", conclude Funaro.

Intanto il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Firenze si unisce agli appelli della Commissione permanente “Pari opportunità” del Consiglio Nazionale e della rete Cpo degli Ordini forense italiani, esprimendo profonda preoccupazione per le notizie provenienti dall’Afghanistan.

"In questi giorni - si legge in una nota - migliaia di uomini, donne e bambini rischiano la vita semplicemente per avere creduto nei valori della democrazia, della libertà di esprimersi e di studiare.

Non possiamo abbandonarli!

Esiste un concreto rischio di un ritorno ad un sistema che annienta il riconoscimento dei diritti umani, in particolare quello della partecipazione alla società civile e politica da parte delle donne, nonché delle minoranze etniche, religiose e sessuali.

Il nostro Comitato chiede al Governo italiano di:

1. esortare tutte le parti in conflitto e la comunità internazionale per porre fine alla violenza, proteggere l’accesso umanitario e rispettare il diritto umano internazionale;

2. assicurare rapidamente l’apertura di corridoi umanitari verso il nostro Paese per chiunque si trovi in condizione di vulnerabilità, garantendo loro sicurezza ed incolumità sul suolo italiano".

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