Almeno il 60% degli italiani vive in condominio e deve confrontarsi con un amministratore, una figura che ha come missione la valorizzazione dei beni immobiliari e la corretta gestione degli stessi, garantendo la condivisione degli obiettivi con gli utenti del servizio.
Da adesso anche gli amministratori di condominio hanno un loro codice etico. Trasparenza, formazione, rispetto delle regole, nel nome di una sempre maggiore professionalità dell’amministratore condominiale, a vantaggio finale dell’utente oltre che dei singoli associati. Queste le linee guida su cui si incentra il nuovo Codice etico e di condotta approvato da Confartamministratori e varato a Firenze, un insieme di norme chiamate a regolare lo svolgimento dell’attività per salvaguardarne i valori etici, sempre più fondamentali.
L’associato è tenuto a garantire la qualità delle proprie prestazioni professionali, ma deve anche evitare comportamenti sleali per acquisire clienti di altri colleghi; inoltre di fronte agli utenti, cioè i condomini, deve rendere noto l’ammontare e i termini di pagamento del compenso per lo svolgimento dell’incarico, oltre a fornire un servizio continuo, con la disponibilità al confronto e alla fornitura delle informazioni richieste.
“L’attività professionale - spiega il presidente di Confartamministratori, Alessandro Ferrari - si deve attenere a degli specifici valori, che costituiscono i requisiti essenziali del modo di esercitare. Non si tratta di formalità, ma della necessità di costruire un atteggiamento condiviso nei confronti dei colleghi e degli utenti del servizio a cui tutti sono chiamati ad attenersi. Il codice etico è una carta dei diritti e dei doveri, costituisce un tributo alla trasparenza; ma è anche un modo per migliorare la reputazione e creare un atteggiamento di fiducia nell’operato del professionista.
Le spese condominiali spesso sono malviste, ma bisogna tenere conto che solo attraverso un investimento consapevole e programmato è possibile tutelare il bene immobiliare. L’obiettivo dell’amministratore è prima di tutto rispettare le regole imposte per la sicurezza dell’edificio e dei suoi abitanti; su questo non si può eccepire. La manutenzione è obbligatoria, si tratta solo di stabilire i tempi e le modalità di adempimento. Poi ci sono altri interventi migliorativi su cui invece i condomini sono chiamati a confrontarsi.
Ma c’è anche la gestione della normale convivenza quotidiana, che talvolta trova degli ostacoli che bisogna superare. In tutto questo l’amministratore è chiamato ad esercitare il proprio ruolo, esprimendo la propria capacità di stabilire di concerto gli obiettivi e ponendosi all’occorrenza come mediatore dei diversi possibili interessi per il bene comune, quel bene che è il vero obiettivo centrale da tenere in considerazione”.