La Firenze dei silenzi, la città metafisica del primo lockdown quando sembrava un luogo abbandonato dai suoi abitanti, è la trama del social film di Pablo Benedetti e Federico Micali.
Il film presentato in anteprima al cinema La compagnia è un racconto intrigante di quell'anno “horribilis” che è stato il 2020. “Firenze sotto vetro” è una sorta di docufilm, composto dal collage di decine di filmati amatoriali, realizzati con gli smartphone o telecamere non professionali, dagli abitanti di Firenze. Una Firenze deserta, spettrale, immersa nel silenzio come non mai, in una dimensione senza tempo, nella quale il volto della consueta vitalità produttiva, sociale, turistica è magicamente e improvvisamente scomparso. Filmati di una quarantena mai conosciuta prima d’ora, video diari di chi, chiuso nelle quattro mura domestiche, ha lanciato un messaggio in bottiglia, per far sentire la propria presenza e la voglia di ripartire.
Sono stati 1600 i video pervenuti alla produzione, Malandrino Film e 011Films, visionati e selezionati dai registi, fino a comporre il film che sarà in programmazione al cinema La Compagnia di Firenze, dal 6 all’11 maggio, per poi tentare una distribuzione nazionale e internazionale.“Dall’inizio di questa quarantena – ha affermato Federico Micali – mi sono ripetutamente chiesto quale potesse essere il modo migliore per raccontarla: ho preso in esame tutta una serie di storie, di professioni e di realtà che fossero in grado di rispecchiare il periodo che stavamo vivendo nel nostro microcosmo cittadino.
Piano piano mi sono reso conto che quello che cercavo si allontanava dall’idea narrativa e filmica che sono abituato ad affrontare, per avvicinarsi a quella del social film-making: la realizzazione di un documentario in cui tutti possano diventare protagonisti del processo creativo. Specialmente in un momento in cui la condivisione d’immagini e di esperienze attraverso il web è un denominatore comune del distanziamento sociale”.
“Ho percepito subito – ha aggiunto Pablo Benedetti – il bisogno come persona di fare qualcosa, e ciò che so fare meglio, credo, è raccontare storie. In questo caso si è trattato più di descrivere una storia. Un’esperienza diversa in qualità di autore, affascinante e con enorme sfida da regista e produttore: il lato umano è quello che mi motiva di più, ascoltare, leggere e filtrare la vita di tante persone, prenderle come un dono da restituire in un racconto unico e condiviso.
Il mio compito, durante un anno unico di emergenza globale, è stato creare un museo d’immagini, che rimarranno nella storia per tutti”. Il film è una sorta di puzzle di più voci e immagini che i due registi hanno saputo combinare con grande maestria. “Firenze sotto vetro”non ha per niente la sciatteria di certi docu film ma è opera stilisticamente riuscita che ,auspichiamo, avrà il dovuto successo a livello nazionale. E' una storia fiorentina che evoca non soltanto le emozioni dei suoi abitanti, ma è un racconto esemplare delle angosce, delle paure e delle speranze di ogni uomo di fronte a questa sorta di “peste nera” universale-.
Firenze sotto vetro, realizzato con il patrocinio del Comune di Firenze, il sostegno di Toscana Film Commission nell’ambito del programma Sensi contemporanei Toscana per il Cinema e la mediapartnership di Lady Radio e PS Comunicazione, ha anche una valenza sociale: gli utili e una parte dell’incasso realizzato a La Compagnia, andranno a sostegno dei lavoratori dello spettacolo attraverso un bando che sarà pubblicato da Malandrino Film entro dicembre 2021..