Ambulanze, chi risponde e come funziona il soccorso

Cosa accade dal momento della chiamata a quello del ricovero?

Antonio
Antonio Lenoci
30 maggio 2014 14:12
Ambulanze, chi risponde e come funziona il soccorso

Si inizia frequentando un corso di formazione base, poi si passa ad un livello avanzato.

Successivamente si passa in servizio effettivo a bordo di una ambulanza che opera sul territorio. Un equipaggio è composto, al minimo, da due soccorritori di livello avanzato di cui uno dei due è l'autista del mezzo, ma spesso si predispongono squadre di tre o quattro membri.

"Tutte le ambulanze sono dotate di defibrillatori a bordo utilizzabili anche da personale non sanitario" - sottolinea subito Massimiliano Pini della Confraternita della Misericordia di Firenze che ci aiuta a capire come funziona il servizio di pronto soccorso.Il turno di notte inizia verso le 23 e dura fino alle 7."Gli interventi sono di vario genere si va dai malori in casa, in strada, nei locali, fino a traumi, ma c'è anche l'abuso di alcolici e distupefacenti".Cosa accade. "Arriva la chiamata alla centrale operativa del 118 e viene immediatamente comunicata la partenza al mezzo.

A bordo il computer comunica con la centrale e sul monitor arrivano l'indirizzo e le condizioni del paziente. Se il rischio viene considerato basso non occorre allertare il medico, altrimenti, visto che sul mezzo sono presenti semplici soccorritori, viene chiesto l'affiancamento di un'auto con medico. Questo anche perché le auto con medico sono meno delle ambulanze.Una volta raggiunto l'obbiettivo parte la comunicazione, con l'eventuale aggiornamento ed il luogo dove andremo a portare il paziente". "Se necessario è possibile richiedere il supporto di un mezzo di soccorso avanzato, oppure concordare l'arrivo di un mezzo tecnico in più tipo Vigili del Fuoco e Carabinieri o Polizia". La responsabilità di chi riceve la chiamata. "L'operatore del 118 che risponde è un infermiere professionale con preparazione specifica.

Compie una serie di valutazioni effettuando domande specifiche: con le risposte compila una scheda ed in base a questa identifica il mezzo più vicino e idoneo al soccorso. La chiamata per far partire il mezzo arriva comunque, prima ancora delle specifiche valutazioni. L'operatore intanto continua a parlare in modo da avere aggiornamenti in corso d'opera su miglioramenti o peggioramenti del paziente. I soccorritori informano l'operatore dando notizia delle cose fatte e delle manovre operate, se necessario deciderà di inviare un medico che prenda in mano la situazione".Un operatore per ogni chiamata? "Non è detto che l'operatore che ci segue sia sempre lo stesso dalla partenza all'arrivo.

Il computer con le schede è in rete, quindi basta che un altro operatore apra la pagina corrispondente all'intervento per proseguire l'operazione"

 L'operatore al telefono non può sapere cosa accade sul posto. "Chi presta il soccorso deve subito capire se è necessario o meno un aiuto avanzato. Fino a che non arriva il medico occorre mantenere le condizioni in cui versa il soggetto il più stabili possibile. Anche per questo il defibrillatore in uso può utilizzarlo un semplice soccorritore prima della defibrillazione con farmaci. Non devo verificare se si tratta di infarto, fibrillazione o altro. Può essere un dolore toracico da sforzo o da frescata e devo ritenerlo il più grave possibile sino a prova contraria, registrare i parametri, fare ossigenoterapia e trasportare il paziente in ospedale. Poi dalla centrale possono chiedermi altri dati. Importante è fornire le giuste informazioni applicando i protoccolli: se ci si attiene scrupolosamente a quelli non ci sono problemi".

Durante la notte. "Gli interventi possono essere di basso livello, e questo può portare ad abbassare la guardia. L'importante è mantenere la professionalità, però occorre stare attenti l'operatore non vede cosa accade quindi io che arrivo sul posto devo percepire cosa succede, chi è sul posto non può sottovalutare nulla. Può darsi che l'operatore sbagli ma dipende molto da cosa viene riferito sia dall'utente iniziale sia dalla squadra presente sul posto.

Se io dico che la persona cammina l'operatore prende per buono ciò che dico". Firenze usa il 118? "Basta che qualcuno veda uno appoggiato a terra che chiama subito il 118. Partiamo spesso da segnalazioni di passanti e amici. C'è la tendenza a chiamare il 118 sia di giorno che di notte per trovare aiuto per informazioni su come comportarsi in determinate circostanze e a volte il consiglio è semplicemente chiamare il medico di famiglia o la guardia medica con la tendenza però ad inviare comunque un mezzo per una valutazione.

Il consiglio è sempre di svolgere accertamenti presso il Pronto Soccorso non potendo dire di prendere determinate medicine.I pazienti possono rifiutare il ricovero parlando direttamente con il medico di centrale e firmando un foglio di rifiuto ricovero. Capita a Firenze di dover superare anche la problematica di una vera e propria barriera linguistica dato il numero di soggetti interessati che parlano diverse lingue, e lì l'operatore deve capire cosa sta accadendo.

Possiamo dire che per il numero di servizi svolto, siamo ad un ottimo livello"

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