50 anni fa, nel novembre 1966, la tragica alluvione che colpì Firenze e la Toscana. Le iniziative del 50° anniverario dello straripamento dell’Arno saranno numerose.
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella sarà a Firenze il prossimo 4 novembre. Parteciperà a quattro diversi eventi. Alle ore 15.15 alla Basilica di Santa Croce, all'inaugurazione del restauro del dipinto di Giorgio Vasari “L’Ultima Cena”. Alle ore 16.00, al quotidiano La Nazione (viale Giovine Italia 17) visiterà la mostra documentaria allestita per il 50° anniversario dell’alluvione di Firenze.
Alle ore 16.35 arriverà a Palazzo Vecchio, per la cerimonia per il 50° anniversario dell’alluvione di Firenze nel Salone dei Cinquecento. Alle ore 18.30 al Palazzo dei Congressi, piazza Adua 1, alla Global Conference on Maternal Infant Health.
Si svolto oggi alla BNCF, alla presenza della Vicepresidente e Assessore alla Cultura della Regione Toscana, Monica Barni, della Vicesindaco del Comune di Firenze, Cristina Giachi, del direttore della BNCF Luca Bellingeri, della responsabile Area Cinema FST, Stefania Ippoliti, il tour dimostrativo della mostra "Arno 66. La Macchina del tempo", realizzato nell'ambito del programma di investimenti pubblici in cultura Sensi Contemporanei per il Cinema.
“Le alluvioni passate e future raccontate in un modo alternativo”. Miriam Amato e Samuele Segoni, esponenti di Alternativa Libera, presentano così lo spettacolo “L'acqua cheta che rovinò i ponti”, che si svolgerà giovedì 3 novembre alle ore 21 al Parterre, a Firenze. Uno spettacolo che vedrà protagonista la compagnia teatrale di improvvisazione teatrale "Attouno", dove prenderanno parte anche la consigliera comunale Miriam Amato e il deputato Samuele Segoni, membro della Commissione Ambiente della Camera, che interverrà anche nella veste di geologo. “Gli amministratori locali e gli stessi cittadini – spiegano i due promotori – si sono scordati cosa significa convivere con un fiume.
L'obiettivo del nostro ciclo di incontri è proprio quello di recuperare questa conoscenza al fine di un miglior rapporto con il nostro fiume che è stato protagonista attivo della storia della nostra città e che troppo spesso è stato dimenticato negli ultimi decenni”. “Questo ciclo di incontri che si conclude giovedì prossimo a Firenze e che ha interessato anche Figline e Reggello nei giorni scorsi – sottolinea Samuele Segoni – vuole accorciare le distanze tra mondo della scienza, mondo politico-istituzionale e cittadini per provare ad approfondire le cause dell'alluvione di 50 anni fa e i possibili rimedi per una corretta convivenza con l'Arno”.“Lo stesso comitato scientifico internazionale che ha negli ultimi mesi valutato la situazione dell'Arno 50 anni dopo l'alluvione – evidenzia Miriam Amato – ha messo in luce numerose criticità progettuali e non solo: queste opere da sole non mettono in sicurezza Firenze.
Dalle ultimi simulazioni virtuali disponibili con un evento analogo a quello del 1966 – aggiunge Amato – si avrebbero effetti minori ma non indifferenti, in particolare si avrebbe l’esondazione nel centro storico: a destra idraulica a monte del Ponte alle Grazie, a ridosso d ella Biblioteca Nazionale e anche nel tratto tra Ponte alle Grazie e Ponte Santa Trinità, destra idraulica, nell’area di San Niccolò e a monte di Firenze, nelle zone del Girone, Rovezzano e Varlungo, mentre a valle di Firenze alle Cascine e all’Argingrosso”. “Puntiamo il dito contro una politica di difesa dal rischio basata sulle casse d’espansione – ribadisce Segoni – non bastano a salvare Firenze, senza una corretta gestione del territorio che attualmente prevede l'impermeabilizzazione delle vallate e l'assenza di gestione dei territori montani e collinari, come, ad esempio, nel caso di Leccio, a Reggello con la presenza, accanto a casse di espansione, di un centro commerciale che impermeabilizza tutta la zona”.“Firenze non sarà mai al sicuro – concludono i due esponenti di Alternativa Libera – se si prosegue con questo trend e se non si ritorna a considerare l'Arno come una risorsa non solo naturale ma anche sociale per la nostra città”.
Proseguono le iniziative del cartellone “1966 d’Acqua e Fango 2016” che l’Associazione Nazionale Case della Memoria promuove nelle case socie in occasione del 50º anniversario dell’alluvione di Firenze. Nuovi appuntamenti in programma vedono protagonisti lo Studio di Piero Bargellini a Firenze e le stanze di Indro Montanelli a Fucecchio.
È stata inaugurata stamani, nello Studio di Piero Bargellini (via delle Pinzochere 3, Firenze) la mostra “Gli Alluvionati ed il loro Sindaco, testimonianze inedite nello studio di Piero Bargellini”. Curata da Annegret Hoehler e Gregorio Nardi, curatore dell’Archivio di Piero Bargellini, l’esposizione è organizzata in collaborazione con l'Associazione Nazionale Case della Memoria e con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.
«È una mostra bellissima – ha commentato la vicesindaco di Firenze, Cristina Giachi, intervenendo all’inaugurazione – perché è raro vedere documenti e materiali storici nei luoghi di cui questi stessi parlano. Questo ci permette di tramandare, anche ai più giovani, una memoria viva e non paludata. La figura di Bargellini è legata all’Alluvione non solo per il suo ruolo istituzionale, ma soprattutto per un lato prettamente umano. Mi ha sempre colpito il fatto che i fiorentini sentissero la libertà di rivolgersi a lui, al loro sindaco, per necessità piccole e grandi, urgenti e meno urgenti, in un dialogo diretto e aperto».
«Il programma delle manifestazioni promosse per ricordare l’Alluvione del 1966 ha davvero poco di rituale – spiega il presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, Adriano Rigoli -. Le iniziative prese soprattutto dal ‘Comitato Firenze 2016’ prima, e da ‘Toscana 2016’ dopo, hanno due obiettivi: approfondire la conoscenza di quella stagione variegata, salvandone la memoria, e adoperarsi, allo stesso tempo, perché quei fatti non si ripetano».
In mostra a Casa Bargellini, fino al 13 novembre, materiale inedito, non solo emozionante per lo speciale significato simbolico, ma anche utile per comprendere il rapporto tra i cittadini e il loro sindaco in quei tragici giorni: lettere, documenti, fotografie, testimonianze dalle carte inedite del sindaco dell'Alluvione.
La mostra è dedicata al ricordo di Bernardina Bargellini Nardi, che fino all’ultimo giorno di vita l’ha preparata con cura. Non mette al centro l’Alluvione, ma ai suoi protagonisti: i fiorentini, soprattutto quelli poveri, che si videro portar via dall’acqua i mezzi di sostentamento. La loro voce riemerge da centinaia di lettere indirizzate al sindaco e conservate nell’Archivio di Piero Bargellini, insieme ai suoi diari e a quelli della moglie Lelia. Vi si leggono parole come queste: “Signor Sindaco non sono abituato ad elemosinare, però in questo momento non vedo altra via d’uscita che rivolgermi a Lei e chiederLe di aiutarmi.
Se crederà opportuno farlo, La prego di scavalcare le tante forme burocratiche, perché altrimenti tutto sarebbe inutile”. “Abbiamo perduto tutto – scrive un altro fiorentino - casa, macchina, bottega, ma non il coraggio. E quest’ultimo ci è venuto in particolar modo da lei signor Sindaco, che, ogni giorno vedevamo passare ora sereno, ora accigliato. E ci dava questa sua presenza l’impressione che tutti noi fossimo suoi figli e lei come un buon padre corresse a confortarci, a tirarci fuori da questa orribile melma, che in poche ore ha distrutto anni di sacrifici e tutti i nostri sogni.”
Vicino alle lettere, non mancano in mostra i libri della biblioteca di Bargellini, alcuni ancora coperti di fango, le dediche di Soffici o di Bontempelli, le lettere di Lisi e le poesie di De Pisis e molto altro.
In programma anche la presentazione di due pubblicazioni. La prima ripropone (in versione ampliata) il volume “L’Alluvione di Piero Bargellini” di Polistampa, un dettagliato resoconto dell’avventura del Sindaco narrato dalla figlia Bernardina e corredato di ricca documentazione. La seconda pubblicazione è il nuovo libro“Voci dall'Alluvione, lettere al Sindaco Piero Bargellini e sua moglie Lelia, 1966-67” curato da Annegret Hoehler ed edito dalla casa editrice CDeV. Quest’ultimo raccoglie una selezione delle centinaia di lettere di alluvionati indirizzate al loro Sindaco: straordinari documenti nei quali i fiorentini cercano un interlocutore, un testimone, descrivono lo stato della famiglia, della casa, del lavoro e invocano soccorso.
«Da queste lettere – spiega il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, Marco Capaccioli – vediamo che il sindaco è percepito come il patrono della città e che a lui ci si rivolge di conseguenza. Sappiamo dai ringraziamenti che le richieste talvolta vengono esaudite. Il sindaco attinge direttamente agli aiuti che arrivano da tutto il mondo e invia un assegno da quaranta o cinquantamila lire. Non ci sono passaggi burocratici. La trasparenza è diretta, l’onestà è scontata».
Seguirà, sempre a Casa Bargellini, domenica 30 ottobre (ore 16) una visita speciale per i soci dell’Associazione con la presenza dei curatori Gregorio e Annegret in collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria.
Cambiando luogo, ma sempre nell’ambito della rete delle Case della Memoria, sempre oggi, sabato 29 ottobre (ore 16), ecco la visita dell’Associazione Nazionale Case della Memoria e del Touring Club Italiano della Toscana visiteranno alle Stanze di Indro Montanelli a Fucecchio (via di San Giorgio 2). A seguire (ore 17), per ricordare il 50º dell’alluvione di Firenze, la proiezione di un video in cui Indro Montanelli racconta le cause dello straripamento dell’Arno. Andrea Giuntini leggerà poi alcuni testi scritti da Indro Montanelli in occasione dell’alluvione.
In arrivo, sempre con l’Associazione, il 26 novembre, una nuova visita organizzata a Casa Bargellini in collaborazione con il Touring Club Italiano della Toscana e con la rivista Storia e Storie di Toscana. A seguire, la visita del 28 novembre a Casa di Robert Browning ed Elizabeth Barrett, in piazza San Felice, battezzata dalla stessa scrittrice Casa Guidi per dare l’idea di una residenza familiare. Nel mese di dicembre è prevista poi si farà tappa alla chiesa anglicana di St. Mark, in via Maggio, a Firenze, che servì agli “angeli del fango” per rifocillarsi.
In occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze, il Museo Galileo ha il piacere di proporre il concerto Un diluvio di note, che si terrà sabato 5 novembre 2016 alle ore 21 presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (Borgo Pinti, 58, Firenze). L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra il Politecnico di Torino, il Museo Galileo e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ha come protagonisti due cori universitari: il PoliEtnico del Politecnico di Torino e il Coro Universitario di Firenze. Il programma presenterà brani provenienti da diversi repertori, alcuni dei quali, particolarmente suggestivi, saranno eseguiti al buio. Ingresso libero e gratuito.
Anche il Comune di Lastra a Signa ricorderà il 50° anniversario dell’Alluvione che nel novembre del 1966 colpì il bacino del fiume Arno e lo farà con una due giorni di iniziative che si terranno il 4 e 5 novembre all’Antico Spedale di Sant’Antonio. Il programma della manifestazione dal titolo “L’alluvione, 50 anni dopo” prevede il 4 novembre alle 17 l’inaugurazione di una mostra che ospiterà materiale fotografico raccolto dai curatori del portale www.lastraonline.it.
Oltre alle immagini sarà proiettato anche un video. Interverranno, per i saluti istituzionali, il sindaco Angela Bagni e l’assessore alla cultura Stefano Calistri e alcuni cittadini che hanno vissuto in prima persona quei tragici giorni. Parteciperanno all’iniziativa alcuni studenti della scuola secondaria di primo grado Leonardo Da Vinci e il Consiglio comunale dei ragazzi. Sabato 5 novembre il programma continua alle 16 con la presentazione del libro “Lungo l’Arno. Paesaggi, storia e culture.
Dal Falterona, fin là dove il tosco fiume ha foce” di Saida Grifoni. Alla presentazione interverranno, oltre all’autrice, Leonardo Rombai dell’Università degli studi di Firenze. Alle 18 si terrà “Il racconto dell’acqua” recital di e con Letizia Fuochi e Francesco Cusumano. Musica e parole che ruoteranno intorno alla tematica dell'acqua. Al termine dell’evento sarà offerto un aperitivo a tutti i partecipanti.
Quando il 4 novembre 1966 l’Arno e i suoi affluenti esondarono, causando uno dei più grandi disasti naturali del XX secolo nella Toscana centrale, Fucecchio stava vivendo un momento di profonda trasformazione con il passaggio da una società prettamente agricola ad una di stampo industriale. Erano gli anni in cui calzaturifici, concerie, calzifici e tante altre fabbriche del settore spuntavano ovunque dando vita anche al primo fenomeno immigratorio del paese che richiamava tanti cittadini dall’Italia meridionale.
In questo contesto si collocò l’evento alluvionale che avvenne mezzo secolo fa. Per ricordare quei giorni il Comune di Fucecchio allestirà una mostra fotografica che sarà inaugurata domenica 30 ottobre alle ore 17 al Museo di Fucecchio nella sezione mostre temporanee. Fucecchio novembre 1966. I giorni dell'alluvione sarà visitabile fino al 20 novembre il sabato, la domenica e nei giorni festivi dalle ore 16 alle ore 19 e dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13 (Ingresso gratuito - info: tel.
0571 268262/229 -museo@comune.fucecchio.fi.it). L’allestimento della mostra rievoca, attraverso un’installazione temporanea, i giorni dell’alluvione con le foto fornite nel tempo dai cittadini di Fucecchio in occasione degli anniversari dall’alluvione. Le foto, che riguardano la zone delle Buche e di Mezzopiano a Fucecchio e la frazione di Ponte a Cappiano, saranno accompagnate dagli articoli dei giornali dell’epoca e da un video realizzato da Giancarlo Vettorato. Tra gli eventi collaterali alla mostra segnaliamo martedì 15 novembre alle ore 17 il laboratorio per ragazzi (età 9-13) dal titolo Il salvataggio della memoria.
La storia dei libri feriti. In occasione della mostra, il Comune ha fatto appello a tutti i cittadini per raccogliere ulteriore materiale fotografico al fine integrare la mostra con testimonianze che vengano direttamente dalle famiglie che hanno vissuto in prima persona questa esperienza. Si chiede di inviarle in formato elettronico, anche solo fotografando vecchie foto stampate su carta, per creare una presentazione video che documenti l’alluvione come è stata vissuta da chi c’era.
E’ possibile inviare un messaggio con le foto allegate alla pagina facebook del Comune di Fucecchio o una mail a urp@comune.fucecchio.fi.it