Una proposta che Matteo Renzi ha avanzato in tempi non sospetti e che oggi si è concretizzata a Palazzo Vecchio.Le caserme abbandonate dagli uomini e dai mezzi della Difesa potranno entrare nella disponibilità del Comune, non solo del comune fiorentino ma di tutti i comuni in tutta Italia. Entro 15 giorni sarà sottoscritta un’intesa tra Comune di Firenze, Ministero della Difesa e Agenzia del Demanio per “porre in essere tutte le azioni necessarie alla rifunzionalizzazione degli immobili dello Stato non più utili alle esigenze militari”, ovvero per verificare la possibilità di un recupero delle caserme presenti in città – in tutto 15 - a uso residenziale, ricettivo o commerciale.
Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti a Firenze, in occasione della firma dell'intesa con il Comune e l'Agenzia del Demanio per valorizzare le caserme dismesse si è detta soddisfatta del lavoro svolto: "Tengo molto a questo progetto - ha spiegato - e ci siamo dati tempi certi come i 15 giorni di tempo per il decreto dopo aver indicato le linee programmatiche essenziali. Ne ho parlato anche con il presidente di Anci, Fassino, e siamo giunti alla conclusione che i comuni verranno costantemente aiutati nel compiere l'iter burocratico necessario, potranno sapere subito se la domanda è stata accolta se ci sono difficoltà e di che tipo queste siano".
Entusiasta il vicesindaco Dario Nardella: "Abbiamo già effettuato uno studio con Irpet che ci spiega come questa rivoluzione potrà offrirci in termini economici qualcosa come 6000 posti di lavoro diretto o indiretto e muovere 400 milioni di euro". Già pronte alcune slide che mostrano abitazioni al posto di mense e camerate: "Si tratta di andare ad inserire con equilibrio armonico un contesto residenziale dove adesso non c'è niente, dove c'è un cancello sbarrato ad una struttura militare. Molto spesso guardando la piantina di Firenze vedo tanti buchi inutilizzati, alcuni di questi sono le caserme come gli ex Lupi di Toscana o la Perotti, lì potremo inserire, come abbiamo fatto per le Murate, edilizia residenziale pubblica, servizi al turismo, spazi commerciali e di ristorazione
''La riduzione delle forze armate discende da una legge e dai decreti attuativi già approvati. Si tratta di un cambiamento strutturale necessario dovuto anche e soprattutto da un sistema che prevedeva la leva militare per tutti ad un sistema professionalizzante. Adesso si tratta di gestire concretamente la questione. La previsione è quella di scendere da qui al 2024 da 190mila a 150mila unità per quello che riguarda la parte militare, e da 30mila a 20mila per quello che riguarda i dipendenti civili. Sono pronta a studiare le opportune soluzioni per poter ricollocare il personale visto che ad esempio il collega della giustizia mi diceva che per sveltire i tempi del sistema giudiziario occorre personale: io credo che con l'opportuna formazione le nostre risorse possano trovare ottimo utilizzo nel settore delle cancellerie ad esempio''.