Pisa, 22 aprile 2023 - Le condizioni cliniche della paziente permangono critiche, nonostante le procedure chirurgiche e anestesiologico-rianimatorie messe subito in atto in Azienda ospedaliero-universitaria pisana che hanno stabilizzato il quadro, che rimane grave. La prognosi è riservata.
Ieri l'aggressione alla psichiatra di Pisa all’uscita del suo turno di servizio e, qualche giorno fa a Firenze, ad un’altra dottoressa, durante il servizio di continuità assistenziale. Ennesimi episodi di atti gravi nei confronti di donne del personale medico.
A seguito della violenta aggressione avvenuta ieri a Pisa, fuori dall’ospedale Santa Chiara, nei confronti della medico psichiatra responsabile dell'unità funzionale Salute mentale adulti e del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, il Centro gestione rischio clinico della Regione Toscana, come previsto da indicazioni ministeriali, si è subito attivato per procedere alla segnalazione dell’evento. Una volta acquisite ulteriori informazioni dalla ricostruzione della dinamica dell’accaduto, la direzione generale dell’assessorato al diritto alla salute della Regione Toscana si riserva di convocare una commissione per lo svolgimento di un audit di approfondimento.
Il Centro gestione rischio clinico, che collabora con il settore Prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro della Regione, ha subito comunicato le informazioni fino ad ora ricevute alla responsabile Giovanna Bianco, referente della Regione Toscana presso l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie. In stretta collaborazione, si sta procedendo all’implementazione all’interno del sistema integrato per la gestione del rischio clinico (Si-GRC) di un modulo regionale dedicato alla raccolta delle segnalazioni degli atti di violenza nei confronti degli operatori sanitari.
Il direttore del Centro gestione del rischio clinico, Pasquale Giuseppe Macrì, intende inoltre organizzare a breve un incontro congiunto con le prefetture sull'implementazione delle strategie di difesa per i sanitari.
"L’aggressione ai danni della psichiatra responsabile dell'unità funzionale Salute mentale adulti e Spdc dell'ospedale Santa Chiara di Pisa rappresenta l’ennesimo atto di violenza nei confronti di un operatore sanitario. Un atto inqualificabile nei confronti di una professionista nell’esercizio delle proprie funzioni. Un atto vile nei confronti di una donna. Sono proprio le donne, infatti, a subire spesso queste violenze sul lavoro, retaggio culturale che emula le pulsioni della società.
Il fatto che una donna, una professionista nell’esercizio della propria funzione, venga massacrata e ridotta in condizioni critiche deve aprire una profonda riflessione nelle istituzioni locali e regionali. Chiediamo alle forze dell’ordine di mettere in campo ogni azione per scoprire l’autore di questo spregevole gesto. All’azienda e alla Regione di tutela nell’azione legale e costituirsi parte lesa al fianco della collega. Le giunga da tutti noi l’augurio che possa tornare al più presto all’affetto dei suoi affetti, della sua famiglia e al suo lavoro" intervengono Pasquale D'Onofrio e Patrizia Fistesmaire, Segreteria Medici e Dirigenti SSN FP Cgil.
“Purtroppo sono sempre gravi e molto critiche le condizioni della psichiatra pisana di 55 anni aggredita all’uscita dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa. Si tratta dell’ennesima aggressione ad un operatore sanitario. Sul tema – spiega il coordinatore della conferenza sulla sanità dell’area fiorentina Nicola Armentano – mi sono espresso più volte. Quello delle aggressioni a medici ed operatori degli ospedali è sempre più diffuso in tutta Italia. Nell’ultimo anno, in Toscana, sono state 1258 le aggressioni a medici ed operatori degli ospedali, di cui 935 verbali e 323 fisiche, con conseguenti 193 denunce per infortuni. Condanno quanto accaduto ed esprimo preoccupazione per fenomeni sempre più dilaganti e violenti nei confronti di figure socio sanitarie.
Assicurare maggiori livelli di sicurezza nelle strutture sanitarie è sempre più una priorità. Occorre, inoltre, centralizzare le sedi della continuità assistenziale, aumentare sistemi di protezione per i sanitari, rafforzare un sentimento positivo verso i professionisti della sanità. Inoltre – aggiunge Nicola Armentano – occorre aggiungere risorse adeguate per la formazione e creare una sempre migliore collaborazione tra 118 e la rete dei volontari delle associazioni del settore, in modo da poter fronteggiare al meglio ogni situazione e prevenirla.
A Firenze si tratta di proseguire un percorso virtuoso già ben intrapreso. Abbiamo infatti già portato il tema sui banchi di Palazzo Vecchio con una mozione che chiedeva proprio maggiori presidi di sicurezza nei Pronti Soccorsi. Gli utenti devono rendersi conto che i medici e gli operatori sanitari lavorano 365 giorni l’anno. Eppure assistiamo ad una recrudescenza dei fenomeni di violenza, anche verso i medici di famiglia. Il recente inasprimento delle pene per i colpevoli non è sufficiente.
Anche la Fimmg è tornata a chiedere che sia riconosciuto ai medici, nell’esercizio delle proprie funzioni, lo status di pubblico ufficiale. Anche la Regione Toscana è intervenuta sul tema per prevenire il fenomeno. Tra le misure messe in atto nelle singole aziende c’è materiale di comunicazione distribuito ai cittadini nelle sale di attesa, spot e video sugli schermi a circuito interno per sensibilizzare tutti al fenomeno; sono state create procedure interne ed indirizzi mail specifici per segnalare le aggressioni alla ricerca del sommerso; sono stati organizzati servizi di supporto psicologico alle vittime di aggressione.
Non basta disattivare situazioni di potenziale aggressività, allo stesso tempo dobbiamo alimentare un rapporto di fiducia tra utenti e operatori. Creare una nuova cultura e sensibilizzare i cittadini creando un sentimento positivo nei confronti dei medici. Bisogna applicare completamente la legge 113/2020 ed il Dlgs 81/2008.
A riguardo, stimolare un incontro con il Prefetto sarebbe molto utile in una prossima seduta della conferenza della sanità di area metropolitana.
Questo – conclude il coordinatore della conferenza sulla sanità dell’area fiorentina Nicola Armentano – è fondamentale anche per prevenire ulteriori gesti violenti nei confronti di medici ed operatori sanitari”.