Frey non ce la fa, Avramov dal primo minuto. A centrocampo ci prova Donadel per non lasciare solo Montolivo. In difesa torna Dainelli con Kroldrup ed esterni Pasqual e Comotto. Marchionni e Vargas acciaccati resistono e partono dall'inizio, Santana dietro al solito Gilardino. Parte bene il Chievo che coglie subito una traversa con Pellissier, ma a segnare è Montolivo che mette a terra fuori area e scarica un gran destro a filo del palo dove Sorrentino non arriva. Si conferma il numero 18 viola, che non segnava da Gennaio, gran tiratore dalla distanza; la sua posizione però non lo porta spesso in zona tiro. Il Chievo sprigiona un gioco dinamico, la squadra si muove perfettamente e le linee seguono l'evolversi dell'azione in sincrono di modo che il portatore di palla non è quasi mai solo. Proprio da una corale discesa dalla sinistra proposta da Abbruscato nasce il cross basso che trova completamente in difficoltà Avramov che non devia la traiettoria della sfera e Pinzi può inserirsi per il tocco indisturbato a rete.
Colpevole il portiere viola che, forse a causa anche del terreno in pessime condizioni, è sulla sfera ma non la sfiora neppure. I padroni di casa prendono coraggio mentre la Fiorentina alterna ottimi scatti a momenti di non biasimabile stanca collettiva. Avramov risponde da gran campione su un tiro ravvicinato di Abbruscato deviando con istinto il pallone destinato all'angolo alto alla sua destra. Ancora Chievo però che sfrutta un calcio piazzato dalla sinistra dell'area difesa da Avramov: difesa viola piantata, quasi ingolfata a centro area, sbuca Sardo che colpisce in scioltezza indirizzando il pallone sulla sinistra della porta.
Due a uno. I viola contestano un fallo su Gilardino in area ma Valeri non solo fa cenno al viola di rialzarsi, sugli sviluppi della diatriba nata tra difensore ed attaccante ammonisce entrambi. Donadel getta la spugna ed abbandona Montolivo al destino di unico centrocampista, De Silvestri esterno, Marchionni accentrato, con Santana che indietreggia per dare mano, il più possibile, nei limiti. C'è il tempo per un ottimo spunto dell'onnipresente Montolivo per Gilardino che sfiora, inventa un tocco interessantissimo che però si perde alto a lato della porta difesa da Sorrentino. Nella ripresa ancora Chievo che gestisce la gara, la marcia dei clivensi è decisamente diversa, la Fiorentina potrebbe fare uso dei numeri e della qualità, ma la fatica accumulata negli ultimi impegni traspare sul campo, dove per la verità il primo problema non è tanto gestire palla quanto rimanere in piedi. Castillo entra prima del solito rilevando Comotto, il maggior tempo a disposizione per il "Nacho" solletica gli scettici che sperano in una occasione maggiormente sfruttabile da parte dell'ex Lecce.
De Silvestri torna terzino e Santana resta ad aiutare Montolivo mostrando le carenze tecniche in un ruolo di corsa e rincorsa che non solo non conosce ma che lo porta a commettere pericolosi falli da tergo. Entrambe le squadre calano, l'ingresso di Jorgensen serve a recuperare un po' di fiato per Marchionni, per gli altri gli ennesimi novanta minuti pieni. Montolivo fa più di tutti, si sacrifica a tutto campo e combatte, ma non riesce a trascinare i suoi. Gilardino ci prova, pur soffrendo il raddoppio di marcatura ed apparendo troppo solo, ma offre pur sempre giocate sublimi che potrebbero trasformarsi in micidiali se solo...
ma se non entra non vale. Vargas e Marchionni sono in riserva, giocano a ritmi ridotti e chiedere di più francamente risulterebbe troppo. Avramov paga forse il non esser abituato a giocare, ma con il passare dei minuti dimostra la sua caratura tecnica. Per gli altri tanto lavoro, Santana su tutti, ed una difesa in affanno. "Castillo non incide", oramai il periodo lo riportiamo con il copia-incolla, sperando di poter scrivere presto qualcosa di nuovo sul suo conto. Prandelli dichiara di non poter pretendere di più dai suoi ragazzi, ma su certi aspetti è un po' critico, ad esempio sull'ordine da mantenere in campo: "Abbiamo subito la pressione del Chievo - dichiara il mister a fine gara - dovevamo interpretare la gara in modo diverso.
Quando troviamo difficoltà di questo tipo facciamo molta fatica, dovremo invece essere bravi e veloci nel leggere le varie situazioni. Ma più di così non potevo chiedere ai ragazzi, siamo la squadra che fino a questo momento ha giocato più partite, non c'è tempo per recuperare a pieno certi giocatori. Ora pensiamo solo a sabato, alla gara con il Milan. Oggi eravamo in grandissima emergenza, ma resto dell'avviso che questa è una squadra che deve continuare a lavorare come sta facendo: abbiamo la presunzione di voler trasmettere ai giocatori la voglia di superare i propri limiti.
Oggi era un campo quasi impraticabile, ma serve avere capacità di adattamento. Dovevamo essere ordinati e accorciare - conclude - sotto certi aspetti dobbiamo ancora crescere". La sosta natalizia arriva nel momento migliore, manca però lo scoglio rossonero da superare sabato prossimo al Franchi, ed è l'ultimo sforzo dell'anno richiesto ad una squadra che ha saputo dare veramente tutto pur dovendo rinunciare a molte pedine fondamentali, nomi capaci di risolvere partite con invenzioni personali che sono mancati in supporto di un'unica punta validissima, ma troppo spesso solitaria. Spazio ai giovani oppure speranze riposte nel mercato di riparazione? A questo interrogativo risponderanno i fatti, con un'ambiente che nutre grande stima per il Direttore Sportivo e per la Società che in questi anni ha saputo dare un'impronta seria e caratterialmente decisa sulle proprie scelte, indovinando spesso e non tradendo le aspettative. di Antonio Lenoci