Si torna a guardare al campionato e la prossima avversaria della Fiorentina occupa al momento il posto più alto nella classifica di Serie A; si tratta infatti di quella Inter che sulla carta presenta un organico stellare, ma che incontra i viola in un momento particolare del cammino in cui le motivazioni e la concentrazione possono voler dire molto. Che gara sarà quella di San Siro viene chiesto a Riccardo Montolivo appena giunto al microfono della sala stampa viola: "Avremo le stesse motivazioni: loro vorranno dimostare di non essere quelli di Barcellona, noi vorremo far vedere di essere gli stessi di martedì sera.
Insomma, sarà una partita difficile, difficilissima. Loro partono avvantaggiati, almeno sulla carta. Ma noi vogliamo continuare a fare grandi cose. Non abbiamo paura, pur riconoscendone il grande valore". La squadra ha dimostrato quella maturazione mentale tanto auspicata, verso una consapevolezza dei proipri mezzi: "Vero - risponde Riccardo - io e la Fiorentina siamo cresciuti di pari passo. Come altri giocatori, Gamberini per esempio. Non parlerei di rivincite personali. Sono stato criticato, ma credo faccia parte del gioco.
Gerrard resta di un altro livello, io sto trovando una dimensione importante e i compagni si fidano. A livello di squadra continuità di prestazione, gioco e solidità difensiva: sono queste le note più positive di quest’anno". Uno straordinario rapporto con Prandelli: "Forse perchè siamo cresciuti insieme, c’è un legame forte, come con gli altri ragazzi che sono qui da tanti anni. Penso sia soddisfatto per come ho reagito a momenti difficili, credo mi riconosca questo" "Da tre anni giochiamo su campi internazionali - commenta il calciatore - abbiamo acquisito la mentalità che serve.
Siamo cresciuti affrontando avversari più forti di noi, confrontandoci con formazioni di livello. Ora anche noi possiamo considerarci una squadra europea". Il posto in Nazionale più che meritato? "Penso di essere tra i 30, 35 che Lippi ha in mente: tutto dipenderà dagli ultimi mesi" Adesso in Champions sono rimaste le grandi: "Ci sono squadre più o meno alla portata, conquistare il primo posto ci darebbe vantaggi notevoli. Il nostro pensiero è finire bene il girone, andare a Liverpool per fare una partita positiva.
Loro sono già eliminati, ma vorranno dimostrare che la loro esclusione dalle sedici più forti è un’ingiustizia" Per la Fiorentina l'impegno si fa sempre più serio e crederci è più che un obbligo, specie per una squadra che vuol raggiungere un livello di continuità nelle proprie prestazioni. di Antonio Lenoci