Il Consiglio provinciale di oggi, 9 novembre, si apre con una curiosa contestazione del rappresentante della Lega Nord, Marco Cordone. Il consigliere fa il suo ingresso in Palazzo Medici Riccardi indossando una maglietta con la scritta ‘Il crocifisso non si tocca’ sotto un ben visibile crocifisso, in risposta alla sentenza della Corte di Strasburgo che lo scorso 6 novembre ha vietato l’affissione del simbolo religioso negli edifici pubblici. Alla richiesta del Presidente del Consiglio, Ermini, di modificare il suo abbigliamento, inizialmente non fa seguito nessuna risposta. Cordone, nel corso della seduta, sarà costretto ad indossare una giacca per poter continuare ad partecipare ai lavori.
Il leghista giustifica così la sua contestazione: “Non è ammissibile questa decisione, poiché mina le fondamenta stesse su cui si basa la nostra società. Questa sentenza è datata 2009, mentre il crocifisso risale a duemila anni fa: se la Corte deve prendere solo questo tipo di decisioni è inutile”. Solo lievi segni di protesta si levano dai banchi della maggioranza di centrosinistra. Gli animi si placano qualche minuto dopo, quando su richiesta di Ermini, viene commemorato con un minuto di silenzio l’operaio morto lungo i binari la notte del 5 novembre nei pressi della stazione di Rifredi.
Il Presidente della Provincia, Barducci, prende la parola durante il giro di dichiarazioni per il ricordo della caduta del muro di Berlino, ma non perde l’occasione per unirsi al cordoglio per questa tragica morte. Nel proseguimento dei lavori viene discussa l’interpellanza dei consiglieri Calò e Verdi (Rifondazione e Comunisti italiani) riguardo il “clima di intimidazione” e “l’atteggiamento antisindacale” che secondo le organizzazioni sindacali FIBA/CISL- FISAC/CGIL- UGL CREDITO subiscono da mesi i lavoratori della CREDEM di Firenze.
Calò si dice preoccupato per questa costante violazione delle leggi sul lavoro, della 104 in particolare, da parte di un’azienda in grande espansione come la CREDEM, che potrebbe in futuro dettare la linea, sbagliata, per le altre aziende. La risposta dell’assessore Simoni, comunque, soddisfa parzialmente le richieste dei proponenti, in quanto pur non riconoscendo esplicitamente il rischio di un ‘contagio’ prevede che sarà attivato un monitoraggio costante sull’azienda. Una richiesta di invio in Commissione riceve invece la mozione di Nascosti e Sensi, con la quale si richiede il rilancio del Piano Territoriale per il coordinamento provinciale, perché “Non si può continuare ad avere uno strumento che viene continuamente modificato da decisioni di singoli Comuni.
Sono state fatte almeno 60 invarianti negli ultimi anni. Siamo stanchi di questa urbanistica concertata e di modifiche al PTCP fatte con semplici accordi di programma. Chiediamo uno strumento serio frutto di un confronto per definire in via preventiva i fabbisogni urbanistici derivanti dalle esigenze del territorio. Spetta prima ai Comuni parlare con i privati per capire cosa si può o si deve fare sul territorio”. di A. Xenos