“Impegnare la Giunta perché si attivi con il Governo centrale e con il Ministero dei beni culturali, affinché un pezzo di storia della cultura italiana sia mantenuto nel nostro Paese”. Queste le parole di Mauro Ricci, Pd, primo firmatario della mozione sulla vendita dell’archivio Vasariano di Arezzo, approvata a maggioranza dall’assemblea con il voto contrario della consigliera Stefania Fuscagni (Fi-Pdl) e di Giuseppe Del Carlo (Udc). L’atto muove dall’allarme sollevato per la possibile vendita dell’Archivio custodito nella dimora vasariana ad Arezzo da parte della proprietà italiana (privata) ad una società russa, alla cifra di 150 milioni di euro.
Richiamate le norme che assicurano allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali il diritto di prelazione in caso di vendita di beni culturali, la mozione chiede al presidente della Giunta di “attivarsi tempestivamente” con il presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dei beni culturali, perché assumano tutte le iniziative utili e possibili per “garantire la proprietà italiana” dell’Archivio vasariano. Tra i firmatari della mozione anche Angela Notaro (An-pdl), che ha sottolineato come nella mozione si lasci ampio spazio all’iniziativa del Governo, in una vicenda dove comunque “la cifra esorbitante” fissata per la vendita dovrebbe fare i conti con la legge della domanda e dell’offerta, trattandosi di un patrimonio culturale che ha dei vincoli (casa Vasari) e che deve rimanere un unicum (e cioè indiviso).
Dalla consigliera Stefania Fuscagni due precisazioni a motivare il voto contrario: “il problema, come abbiamo appreso oggi dalla stampa, non esiste più”; inoltre “non si fa riferimento al vincolo che comunque impedisce la dislocazione dell’Archivio altrove rispetto alla collocazione attuale, e che mette al sicuro quel che abbiamo”. (Cam)