Un sacerdote africano di etnia hutu è stato arrestato oggi nella sua chiesa di Empoli, dove era viceparroco, in esecuzione di un mandato di cattura internazionale, perché accusato di avere partecipato al genocidio del 1994 in Ruanda. Lo hanno riferito i carabinieri. Don Emmanuel Mihigo Uwayezu, di 47 anni, nato nell'ex Zaire (oggi Repubblica democratica del Congo) e da 12 anni residente in Italia, si trova ora nel carcere di Sollicciano a Firenze in attesa delle procedure di estradizione in Ruanda.
L'accusa mossa dalla procura generale del Ruanda, dove 15 anni fa circa 800.000 abitanti di etnia tutsi e hutu moderati sono stati uccisi in un massacro durato 100 giorni, sostiene che il sacerdote abbia commesso crimini contro l'umanità, come hanno riferito i carabinieri. Uwayezu si è detto innocente, ha riferito l'arcidiocesi di Firenze, e confida nel corso della giustizia e nel lavoro rapido e sereno dei giudici. «Io non ho partecipato a nessun genocidio. Anzi col vescovo tentammo di salvare i giovani massacrati dai miliziani, ma non ci riuscimmo.
Perciò sono il primo a volere che su questa vicenda venga aperto un regolare processo affinchè sia stabilita la realtà dei fatti», aveva replicato, circa un anno fa, il sacerdote alle accuse di African rights. Il suo caso infatti emerse proprio in seguito alla denuncia della Ong londinese. Poi la decisione delle autorità ruandesi hanno deciso di richiederne l'arresto con un mandato di cattura internazionale, eseguito ieri dai carabinieri di Firenze.