La sensazione era delle migliori, un'occasione con una Roma che viene da un momento così difficile non puoi lasciartela scappare, e forse le sensazioni migliori son proprio le più pericolose. "Io chiedo determinazione e carattere, cose semplici, solo l’abc" dichiarava apertamente Ranieri nel comunicato ufficiale dell'AS Roma nel pre-partita. Mentre Prandelli parlava di "Fortino viola" e si diceva soddisfatto del carattere mostrato dalla squadra e dell'ordine dimostrato nel tenere il campo, della incisività del pressing e della risposta all'assestamento tattico. Il "Fortino" è stato espugnato, non guardando ai meriti o demeriti dei giallorossi che hanno giocato come dovevano e sapevano, ma forse anche potevano visto che uno stato di forma non eccellente non lo recuperi dopo aver giocato un giovedì di Coppa.
La Fiorentina parte bene, sembra non avere quel timore reverenziale che una grande squadra può suscitare, ma dopo i primi 10, 15 minuti si smarrisce. A metà del primo tempo, dopo aver già tamponato alcune avanzate giallorosse, la mano di Gamberini ad intercettare una giocata di Vucinic offre a Totti un rigore che il capitano non sbaglia. Panico per i viola che si ritrovano al cospetto di una Roma risvegliata, nel giro di pochi minuti non si contano le occasioni per poter chiudere il match da parte dei ragazzi di Ranieri.
Al 33' Totti, che inspiegabilmente è libero di muoversi ovunque, dall'altezza del dischetto torna a colpire ed è due a zero. Ma "er Pupone" diventa anche uomo assist per De Rossi che al 40' di testa batte ancora una volta Frey. Termina un primo tempo che fa presagire il peggio. Non è una dimenticanza l'assenza di azioni significative da parte della Fiorentina, semplicemente non ce ne sono state. Nella ripresa, quando ti aspetti uno stravolgimento tattico, tornano invece in campo i soli undici ed allora l'ipotesi diventa quella di una strigliata colossale che possa portare un cambiamento di approccio mentale ad un match che vede un'intera squadra non essere entrata in partita.
Nulla di fatto. Fuori Mutu, nonostante il guizzo di Lione appare ancora chiuso in se stesso, dentro Jovetic e Jorgensen per Santana la cui presenza non ha offerto la spinta auspicata sulla fascia. Julio Sergio para su Gilardino e Frey non è da meno nel contenere la disfatta. Fuori anche uno spento Montolivo e dentro il gladiatore Donadel. Quando tutto sembra segnato e le squadre appaiono avviate ad una conclusione scontata, Perrotta fa quello che non hanno fatto gli esterni viola, offre palla a Gilardino che ricorda ai suoi per quale motivo si trova più avanti di tutti e mette dentro un necessario, per il morale, 3 a 1.
La Fiorentina accenna qualcosa, macina calcio, forse entra addirittura in partita, ma 'era solo un brivido' come quella canzone, interrotta dall'arbitro Rizzoli che assegna i tre punti a chi ha fatto più reti. La coppia Zanetti - Montolivo non ha facilitato il gioco della squadra e sulle fasce è mancata la spinta apportata ultimamente dal prezioso, ed oggi più che mai indispensabile, contributo di Vargas. Mutu si è defilato e Jovetic forse non ha avuto tempo di carburare. La difesa che altre volte ha retto bene si è dimenticata di Totti, ma capita a molte difese, un voto in meno per aver subito anche Vucinic. Prandelli dichiara: "Una brutta serata.
Non siamo mai entrati in partita. Certo reggere tre gare in una settimana non è facile, ma dobbiamo fare di più. Il primo tempo praticamente non abbiamo giocato. Dai primi mintui si è capito che la Roma era molto aggressiva e noi siamo stati poco ordinati. Il primo goal poi ha condizionato tutta la partita, avrei voluto giocare almeno un' ora con tutte le energie e vedere una squadra diversa. Siamo la Fiorentina, dobbiamo crescere dai nostri errori e non porci dei limiti". Adesso arriva la Sampdoria e c'è già chi, come Comotto, tra i migliori dei peggiori, promette una prestazione totalmente diversa; forse ha ragione Prandelli, servirebbe solo la vera Fiorentina. di Antonio Lenoci