Chi e che cosa scatenò l’ostilità tra i viola e la nazionale italiana di calcio agli inizi degli anni Novanta? Un pezzo di storia del calcio, quasi inedita per molti. A scriverla è il giornalista Rudy Caparrini che questa mattina in Palazzo Vecchio ha presentato il suo “libello” come lui stesso lo ha definito “Azzurri..no grazie!” nato proprio dalla “voglia di dare una risposta ad una questione che torna di attualità ogni volta che gli azzurri giocano a Firenze oppure un calciatore della Fiorentina entra nelle fila della nazionale”. Oltre all’autore stamani in Palazzo Vecchio era presente il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, Mario Tenerani autore della prefazione e consigliere del PdL “Un lavoro importante - ha detto Giani – che racconta e chiarisce con l’obiettiva giornalistica un pezzo importante della storia del calcio della nostra città”.
“Non era semplice scrivere un libro così – ha spiegato Tenerani nella sua introduzione al libro - soprattutto per chi fa parte di quella generazione. Non era facile guardare negli occhi quegli eventi restando in equilibrio, come sulla corda di un circo. Il rischio di spingersi troppo sul terreno del tifo, ignorando le responsabilità che ci sono state, era grande. Così come non capire, fino in fondo, il valore di una maglia azzurra, a prescindere da tutto e da tutti”. Tenerani ha poi ricordato un po’ la genesi del libro, a partire dalla telefonata che gli fece Caparrini fino alla sua decisione di scrivere la prefazione.
Il libro racconta “L’ostilità accesa di certi tifosi potrebbe apparire indecifrabile per i ventenni – ha spiegato l’autore - Ma chi ha più o meno 40 anni può ben spiegare certe dinamiche, in quanto l’avversione dei fiorentini agli azzurri ha le sue ragioni in fatti accaduti tra il 1990 e il 1993. Eventi di rilevo che meritano di essere approfonditi per evitare di emettere giudizi approssimativi, come troppe volte è accaduto quando si sono udite sentenze di condanna che hanno profondamente offeso la città di Firenze, bollata come “anti-italiana” da pulpiti parecchio autorevoli (leggasi giornalisti e altri illustri “opinion-leader” che hanno ampio seguito nei media con larga diffusione).
Opinioni inaccettabili, espresse da persone poco informate su fatti e circostanze che hanno determinato il formarsi di un certo pensiero”. (lb)