Si impara ad amare Firenze vivendo le sue strade ed ammirando gli edifici che la impreziosiscono, ci si lega indissolubilmente a questa meravigliosa città osservando lo scorrere del fiume che un tempo le diede la vita. L’associazione culturale Artsenal, all’interno della rassegna Fiesta Firenze Estate 09, presenta due serate fiorentine dedicate all’arte contemporanea ed al suo legame con la città di Firenze. Si inizia giovedì 3 settembre, a partire dalle ore 21:30 al Complesso delle Murate, Via dell'Agnolo/Ghibellina, con “Plaster Ung”, performance visiva e sonora a cura di Francesca Gabellini.
“Ci sono cose che non si possono vedere, dentro i muri e le pietre di cui sono fatti. Vediamo solo le conseguenze, quello che si manifesta alla vista. Efflorescenze, umidità di risalita, macchie appaiono sui nostri muri all’improvviso, e la tecnica ci dice i motivi, ma per noi che non conosciamo le cause rimangono semplici manifestazioni, e problemi conseguenti. “Plaster Ung” è un fanciullo mangiaintonaco, che appare nelle abitazioni più vecchie e sui muri antichi della città. Si muove rapidamente, dandoci le spalle, e dopo il suo passaggio masticatore si manifestano i fenomeni descritti, che noi solo pensiamo di conoscere.
“Plaster Ung” è bianco e non molto alto, e non ha naso (perché passando con la faccia sui muri, dopo così tanto tempo, l’ha perso, o forse non c’è mai stato). “Plaster Ung” si muove lentamente lungo i muri, ma noi non lo vediamo, e passiamo il tempo a litigare sulle murature danneggiate, indagando sulle cause che le hanno provocate. Se solo sapessimo! Se solo potessimo vedere questa creaturina ci piacerebbe, e sapremmo che è parte del corso naturale delle cose”. La seconda serata è prevista martedì 8 settembre, a partire dalle ore 21:30 alla spiaggia sull'Arno, Lungarno Serristori/Torre San Niccolò con la performance “Acqua sonante”, di Clarice Plana. “E' l'acqua che suona, che romba, che si ribella.
E' l'essere umano il colpevole, il complice, l'amante. Necessità non apprezzata, indispensabile fonte di vita, è forse questo che ci rende infedeli, dipendere da qualcosa che non siamo noi, mai e poi mai! L'orgoglio umano, l'ingratitudine alla vita, l'amore per essa, acqua che incanta, rinfresca, disseta, lava, annaffia, bagna, acqua ribelle, ribolle, sotterra, distrugge, affoga, inonda. Un’istallazione che permette allo spettatore di vivere in fondo all'oceano camminando sulla terra… dove ci si sente pesce nella rete….
dove ci si crede Nettuno… dove l’indifferenza sarà parte dell'istallazione”. Massimiliano Locandro