Legambiente Firenze denuncia l’uso improprio di uno spazio altamente qualificato come piazza Demidoff, la piazza-giardino posta tra il lungarno Serristori e via de Renai, utilizzata come ennesimo punto di somministrazione bevande. “Non si capisce – dichiarano Angelo Cappelletti, presidente del circolo e Leonardo Sgatti, responsabile settore beni culturali – quale criterio abbia guidato la realizzazione di una simile iniziativa.
L’operazione, ultimo lascito dell’amministrazione Domenici, deve essere sanata adesso, fugando i forti timori che rientri invece anche nella logica delle “pazze piazze” teorizzate nei 100 punti dalla neo amministrazione Renzi”. “Se così non fosse – continuano i due esponenti di Legambiente Firenze – la 'pazzia della piazza' sarebbe assicurata, nessun intervento più folle sarebbe stato prevedibile su di una piccola area tutelata come questa, (ma la Soprintendenza dov’è in questi casi?) il cui recupero tanto è costato alle passate amministrazioni”. Sicuramente non è la “carenza” dei locali della zona a determinare tale scelta, tutta l’area di San Niccolò–Renai pullula infatti di esercizi in eterno conflitto con la residenza di zona.
Non si può certo intendere che sia un tentativo di valorizzare l’impianto del giardino o lo stesso monumento raffigurante Nicola Demidoff (cui la città dovrebbe qualcosa visti i lasciti), opera del Bartolini e del Romanelli e coperto da una delle rare strutture in ghisa e vetro rimaste, opera del De Fabris, almeno che non si intenda valorizzarlo da un bancone che distribuisce bevande varie. Non si può neppure ipotizzare una citazione dal 'Tè con Mussolini' di zeffirelliana memoria: bancone, tavolini e botti ne tradiscono un approccio sicuramente più volgare. “E allora perché – si chiedono Cappelletti e Sgatti – infliggere alla città l’ennesimo atto di irriverente 'sfruttamento' del patrimonio monumentale? Perché continuare a stravolgere luoghi storici, molto fragili e non creare invece eventi in spazi dimenticati, abbandonati, che necessitano davvero di rivitalizzazione (vedi Brozzi, Quaracchi, Rovezzano, Mantignano).
Non si può continuare a 'concentrare' funzioni attrattive sempre nelle solite aree della città, senza snaturarne il delicato equilibrio tra residenza e pur legittime attività di loisir”. “Legambiente – concludono i due rappresentanti - rilancia sul piano delle vere priorità: che si parta dalla periferia profonda della città! Lì sì che i cittadini si aspettano interventi di riappropriazione degli spazi pubblici, con rispetto coraggio e sapienza!”