La ricerca sull'abitazione è stata nel nostro Paese per decenni il tema più avanzato di impegno intellettuale di molti architetti. Il problema della casa è materia di confronto e di ricerca che pone interrogativi sulle istanze poste dalla società, sulla capacità degli architetti di dar loro corpo, sul ruolo del libero mercato, sul legame tra abitare e felicità, come impegno degli architetti e scopo della politica. Sono questi alcuni degli argomenti su cui si interrogheranno, da domani, venerdì 10 luglio, docenti e allievi del Workshop internazionale che per la prima volta vede unite Università di Firenze, Politecnico di Milano, Università San Paolo ed Escuela Tecnica Superior de Architectura di Madrid - con il patrocinio della Fondazione Giovanni Michelucci - attorno al tema del Social Housing, l'edilizia residenziale sociale. Dell'iniziativa sono curatori scientifici Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli, docenti del dipartimento di Progettazione dell'Architettura, che intende così essere presente nel dibattito sul futuro della città. Durante il whorkshop - che proseguirà fino a domenica 19 luglio nelle aule 18 e 19 della facoltà di Architettura di Santa Verdiana, in piazza Ghiberti - 60 allievi prenderanno in esame l'esperienza della Spagna, forse il Paese europeo dove più è stato fatto per la qualificazione architettonica dei luoghi, e faranno altri studi di casi italiani e stranieri.
Il whorkshop sarà anche l'occasione per coinvolgere istituzioni, soggetti pubblici e privati nel dialogo su quanto accade nella realtà dell'abitare.