Nessuna verità (Body of Lies)
Un film di Ridley Scott. Con Leonardo DiCaprio, Russell Crowe, Mark Strong, Golshifteh Farahani, Oscar Isaac, Ali Suliman, Alon Abutbul, Vince Colosimo, Simon McBurney, Mehdi Nebbou, Michael Gaston, Kais Nashif, Jamil Khoury, Lubna Azabal, Ghali Benlafkih. Genere Drammatico, colore 128 minuti. - Produzione USA 2008. - Distribuzione Warner Bros Italia -
Ridley Scott ha attraversato il cinema in tutti i suoi meandri, generi e sottogeneri, regalando capolavori come i Duellanti, Alien e quel Blade Runner che lo ha consegnato alla memoria collettiva come inventore del concetto di Director’s Cut .
Altri suoi “figli” di celluloide magari hanno meno impressionato la critica, ma sbancato i botteghini , come Thelma e Louise, Hannibal e il Gladiatore. Ci son stati poi film di tutto rispetto come Black Rain –Pioggia Sporca o Chi Protegge il Testimone , “gialli” dall’ impianto solido, o lo storico Le Crociate, il guerresco Black Hawk Dawn o l’ultimo American Gangster, in cui il regista britannico ha confermato di essere uno dei maestri indiscussi della tecnica filmica contemporanea.
Tutto questo lungo preambolo per dire che Nessuna Verità aggiunge poco a quanto la Storia del Cinema potrà dire di Ridley Scott.
Come The Departed per Scorsese, il film sembra un gioco (bellissimo a vedersi, ipertecnico, dalla regia sublime, ma sempre gioco ) in cui il buon Scott si cimenta per affermare la propria identità cinematografica – se mai ce ne fosse bisogno – ma che a livello narrativo non dice nulla di nuovo sul fronte autoriale . Una certa similitudine col filmone di Scorsese si avverte già dal fatto che Nessuna Verità (Body of Lies in originale, ed era titolo più fedele e meno anonimo ) è stato scritto con William Monahan , già autore del premiato film di Scorsese, nonché collaboratore di Ridley anche per il già citato Le Crociate.
E la stessa struttura narrativa sfuggente, in cui i personaggi mentono tutti e a tutti, e dove la verità è difficilmente intuibile, appartiente tanto a The Departed che a questo ultimo lavoro del regista di Blade Runner ; che è magistrale nel modo in cui conduce le riprese, ( e in alcune scene ha addirittura usato ben otto macchine da presa ) , funambolico nel montaggio (affidato al nostro Pietro Scalia ) e nella scelta delle location ( più di un centinaio ) , ma che alla fine fa i conti con la pochezza dello script iniziale, adattato dall’omonimo bestseller di David Ignatius .
Le cadute ideologiche, puerili, del personaggio di Di Caprio in un mondo feroce quale lo spionaggio mediorientale , fanno automaticamente sentire la distanza dalla vicenda narrata, e un certo filo -americanismo viene fuori impercettibile , come anche un senso di moralismo, che nel dedalo di bugie, macchinazioni e intrighi di cui è intrisa la storia , poco c’entrava.
Nessuna Verità è un film di prospettive opposte : quelle di Ferris, l’agente sul campo Mediorientale della Cia ( appunto Di Caprio ) che porta sul proprio corpo i segni del suo agire ( morso da un cane rabbioso, ferito più volte, torturato e menomato dai terroristi islamici, sfregiato da schegge di ossa dei suoi colleghi ) e si innamora persino di una infermiera giordana ; e quelle più distanti di Ed Hoffmann, il suo capo, che lo sorveglia e protegge dall’alto della sua vista tecnologica satellitare , un uomo bolso e ingrigito, capace di decidere i destini del mondo via cellulare mentre aiuta il figlioletto a fare pipì ( E Russel Crowe, il feticcio di Ridley, è ingrassato 20 chili per la parte ) .
Ma ancora di più è il contrasto fra i due “Signori” della guerra spionistica mediorientale a lasciare un segno positivo sul film : tanto Hoffmann è distaccato, autistico nel suo delirio di onnipotenza di “preservare il destino del mondo” ( sacrificando uomini, o meglio manovrando pedine ) , tanto è affascinante la figura di Hani Salaam, il capo dei servizi segreti giordani, uomo d’onore, vecchio stampo, con metodi da Hoffmann definiti “feudali” ma che colgono nel segno ( ad interpretarlo, il britannico di origine italiana Mark Strong , alias Marco Giuseppe Salussolia ) .
Sarà proprio quest’ultimo, però, contravvenendo all’immagine data , che ingannerà Ferris , usandolo come esca per arrivare ad arrestare il capo terrorista oggetto delle mire di tutti i nostri protagonisti.
Un’immagine che ben suggella il senso del film , la sequenza nel deserto in cui Ferris viene “scambiato” come ostaggio dai terroristi ; nel polverone che i tre fuoristrada sollevano nel prelevarlo, anche l’occhio satellitare di Hoffmann, ( e dell’America) è incapace di capirci qualcosa e sapere su quale vettura è stato portato via l’amico e collega.
L’astuzia dell’ uomo della strada batte la tecnologia . Ma Ridley se ne sarà ricordato mentre girava questo film ?
Marco Cei