Il mondo del tennis italiano piange la prematura scomparsa di Federico Luzzi. L'ex giocatore azzurro è morto ad Arezzo, sua città natale, per una leucemia fulminante. Aveva solo 28 anni. Luzzi è stato in campo fino a domenica scorsa, a Olbia in un match di serie A. Qui ha accusato un attacco di febbre. Il giorno successivo è stato ricoverato nel reparto di broncopneumologia del san Donato di Arezzo. La febbre inizialmente sembrava dovuta a una broncopolmonite. Poi la terribile diagnosi: leucemia fulminante.
Luzzi è stato così trasferito nel reparto di ematologia. Da ieri sera era in coma. È morto verso le 14 nel reparto di rianimazione del San Donato. In carriera Luzzi, più volte azzurro in Coppa Davis, ha raggiunto il numero 92 del ranking Atp nel 2002. Nato ad Arezzo il 3 gennaio 1980, Federico Luzzi, passa al professionismo nel 1999. Nel 2000 il primo risultato di rilievo nel torneo Atp di Kitzbuhel, dove raggiunge gli ottavi di finale battendo l'argentino Guillermo Coria e l'allora n. 34 del mondo Fernando Vicente.
L'anno successivo, l’esordio in Coppa Davis contro la Finlandia a Helsinki: vittoria contro Liukko 14-12 al quinto set dopo una maratona di 4 ore e 35 minuti. Sempre nel 2001 è protagonista nel torneo di Roma (ko agli ottavi dopo aver battutto Arnaud Clement e Hicham Arazi, rispettivamente n.7 e n.19 del mondo) e chiude l'anno al n.96 del ranking ATP e al n.3 d'Italia. L’anno successivo Luzzi raggiunge il suo massimo risultato, il n.92 nel ranking Atp, prima di essere fermato da un grave infortunio alla spalla che, alla fine del 2004, lo fa precipitare alle soglie del n.500 del mondo.
Poi una lenta risalita nel 2006 quando chiude la stagione tra i primi 150 giocatori del mondo e n.9 d'Italia. Nel 2007 torna a vestire dopo sei anni la maglia della nazionale giocando e vincendo un incontro di singolare in Coppa Davis contro il Lussemburgo. A febbraio del 2008, Luzzi però viene squalificato 200 giorni dall'Atp e multato di 50.000 dollari a causa del suo coinvolgimento nello scandalo scommesse. Passa così dal n.143 del mondo nel ranking di gennaio al n.469 dell'ultima classifica pubblicata lunedì scorso.