Riceviamo e volentieri pubblichiamo la mail di una nostra lettrice:
Sono una cittadina fiorentina che da tempo cerca, nel suo piccolo, di fare scelte consapevoli in fatto di sostenibilità.
Sono molto preoccupata dell'ambiente e sono convinta che con dei piccoli sforzi da parte di tutti si possa cercare di salvare ancora qualcosa.
Non lascio scorrere l'acqua quando mi lavo i denti e tengo in casa un contenitore per ogni tipo di rifiuto; non compro frutta, verdura e carne confezionata e preferisco articoli senza imballi; scelgo prodotti locali al posto di quelli che attraversano l'Italia per giungere fin da noi e bevo solo acqua del rubinetto.
Quando posso uso la bicicletta al posto dello scooter e il treno al posto della macchina, ma ciononostante mi sembra di fare sempre troppo poco.
Quest'anno, a maggio, girellando tra gli stand di Terra Futura, trovo degli opuscoli carini, con delle figurine umane come quelle disegnate dai bambini, intorno ad un mondo e la scritta 'Ricomincio da me'.
Vengo attratta dalla grafica, e dall'immagine, con queste persone che si prendono per mano, e anche il titolo mi colpisce.
Guardo distrattamente di cosa si tratta e, poiché mi sembrava interessante prendo alcuni opuscoli (ho la tendenza a prendere sempre più copie di tutto per distribuirle ad amici e parenti!).
Li porto a casa e me li leggo con calma.
"Che bello", esclamo, "il Comune di Firenze organizza una serie di incontri per insegnare a noi cittadini come adottare stili di vita migliori per un progetto globale di sostenibilità".
Esattamente quello che cerco, io che sono sempre in dubbio su dove mettere il bicchierino dello yogurt o la scatola della pizza sporca di pomodoro! Mi propongo di iscrivermi subito ma poi, si sa, le cose da fare sono sempre tante e alla fine l'opuscolo rimane sul tavolo del salotto, in bella vista, in modo da non dimenticarmene.
Arrivano le vacanze estive, torno a casa dove, dal tavolino del salotto, l'opuscolo mi strizza ancora l'occhio, ma riprendere il lavoro richiede energie e non trovo il tempo per iscrivermi.
Finalmente inizio a sentire per radio la campagna di adesione all'iniziativa e a quel punto mi decido.
Vado su internet all'indirizzo segnalato e inizio a cercare di capire come fare.
Leggo la fatidica parola 'iscriviti' e clicco.
Si apre una finestrella che mi chiede nome utente e password.
Beh, io non ce l'ho e allora clicco ancora su 'iscriviti' e proseguo.
Si apre una finestra più grande con tutta una serie di campi da riempire. "Ecco", mi dico, "adesso ci siamo".
Inizio ad inserire i miei dati ma mi blocco subito all'indirizzo. Non so come mai ma non riesco ad inserirlo. Dopo svariati tentativi, finalmente ci riesco e vado avanti.
Arrivo al 'Gruppo di appartenenza'. Clicco sulla freccia ma la finestra non si apre. Cerco di capire di cosa si tratta e come fare per rispondere ma alla fine desisto.
Del resto sono single, e anche il computer se ne deve eessere accorto e non mi fa scegliere nessun gruppo!
Riesco comunque a completare l'inserimento e la scheda genera automaticamente l'utente e la password.
"Bene", mi dico, "un'altra password da doversi ricordare!". Mi accingo a ricopiare la password in un file dove la potrò sempre ritrovare in futuro per successivi accessi e cerco di ricopiarla dalla pagina. Provo un paio di volte convinta di essere io incapace, finché non mi accorgo che non è possibile copiarla.
Mi armo di pazienza e con carta e penna me la trascrivo a mano, cercando di districarmi tra le lettere e i numeri.
Vado avanti ad inserire gli altri dati che mi vengono richiesti e per fortuna tutto procede senza intoppi.
Finisco e clicco su aggiorna per confermare ma non si apre nessuna di quelle fantastiche finestrelle che ti consolano sul buon esito dell'operazione. Nessun 'Complimenti i suoi dati sono stati acquisiti' o 'Riceverà al più presto una mail di conferma'.
Inizio a cercare di capire se si deve procedere ad una ulteriore operazione, controllo insistentemente la mia posta elettronica per vedere se mi è arrivata una mail di conferma, ma niente.
Durante il fine settimana controllo se mi arriva qualche mail ma ancora il lunedì successivo nessuno mi aveva contattato.
Torno sul sito.
Mi dico "Sicuramente c'è il fantastico tasto 'contatti' e li troverò il modo per mettermi in comunicazione con qualcuno che mi potrà aiutare". Guardo con attenzione tutto il sito, apro le pagine vado avanti, torno indietro ma il tasto 'contatti' non c'é.
Sulla home c'è un riquadro che dice 'Sportello eco equo - Linea Comune - 055 055'. Chiamo subito, fiduciosa. Mi presento e affronto subito l'argomento. La voce femminile che mi risponde mi ferma dopo poco e mi chiede di cosa stia parlando.
"Beh, del progetto, Ricomincio da me, organizzato dal Comune, per spiegare ai cittadini nuovi stili di vita". La voce femminile mi chiede "Ma è un progetto per le donne?". Dico "No, può partecipare chiunque". La voce femminile non ne sa niente.
Le spiego esattamente di cosa stiamo parlando e le dico che sul sito c'è il loro numero di telefono e che quindi loro hanno sicuramente le informazioni.
La voce femminile parla con altre persone nell'ufficio, si consulta, qualcuno le spiega di leggere il comunicato stampa.
Un po' parla con me, un po' continua a parlare con le altre persone e si capisce che nel frattempo cerca tra i fogli e legge.
Alla fine sembra arrivata a qualche conclusione e mi spiega che è una cosa nuova e quindi loro non hanno informazioni e mi lascia il numero di telefono dello Sportello Ecoequo.
"Nuova", mi dico io, "ma se io lo so da maggio!!".
Telefono subito. Occupato di continuo. Alla fine trovo libero. Mi risponde una voce femminile molto gentile e molto informata che controlla il mio nominativo. Quando legge il mio indirizzo capisco che la mia registrazione aveva avuto successo.
Alla fine, forse, qualcuno mi spiegherà dove mettere il bicchierino vuoto dello yogurt, ma mi rimane l'amarezza di vedere che ancora oggi le istituzioni pubbliche pagano persone che dovrebbero fare il loro lavoro e invece il loro lavoro non lo sanno fare e il sito creato appositamente e pagato con i soldi pubblici per convincere i cittadini ad evitare gli sprechi, si rivela uno spreco inutile.
E.
F. - Firenze