Il lavoro in somministrazione - quello prestato da personale dipendente da agenzie per il lavoro cui le aziende si affidano per assunzioni temporanee - sta diffondendosi anche in Toscana. Il problema della sicurezza è centrale per questi lavoratori che sono tenuti, per contratto, a passare da un’azienda all’altra, anche in settori fra loro molto diversi e non possono, per questo, essere inseriti nei normali canali formativi.
La Regione Toscana, le parti sociali, le Province, i circondari Val di Cornia e Empolese e il fondo per la formazione dei lavoratori temporanei FormaTemp stipulano oggi la prima intesa a livello nazionale per garantire l’accesso, prima a una corretta informazione e quindi a corsi di formazione per i lavoratori “in somministrazione” finalizzati alla sicurezza sul lavoro.
Fra i firmatari l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini e il vice presidente nazionale di FormaTemp Luciano Silvestri. «Credo che riconoscere la specificità di questi lavoratori - ricorda l’assessore Simoncini - sia importante per la definizione di un efficacie percorso formativo per la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro. E credo sia altrettanto importante il fatto che tutti i soggetti che firmano questo patto riconoscano la necessità di una formazione ad hoc per questi lavoratori.
Si tratta di un ulteriore passo avanti nelle politiche regionali messe in campo per contrastare la precarietà del lavoro e per sostenere i diritti di tutti i lavoratori, anche di quelli atipici». In Toscana, nel 2007, il lavoro somministrato ha rappresentato l’8,7% degli avviamenti, vale a dire 67.000 avviamenti su un totale di 793 mila (fonte: Irpet-settore Lavoro della Regione). L’incidenza fra le donne è del 7,5%, mentre fra gli uomini è del 9,9%. L’assessore ha ribadito che per la Regione la sicurezza sul lavoro è una priorità e ha sottolineato il ruolo chiave della formazione nel qualificare il lavoro, rendere più consapevoli i lavoratori e i datori di lavoro, creando le condizioni per minimizzare i rischi.
Questi elementi sono in piena sintonia con il lavoro portato avanti dal fondo per la formazione dei lavoratori temporanei, FomaTemp, con il quale erano già state avviate esperienze formative che hanno avuto importanti risultati in termini di qualificazione e successiva occupazione dei lavoratori coinvolti. Il percorso formativo si articolerà in tre moduli complementari, i cui contenuti saranno attuati nel dettaglio attraverso specifici accordi a livello provinciale, con la partecipazione delle ASL e delle Agenzie per il Lavoro: “Formazione base alla sicurezza”, rivolto a tutti i potenziali lavoratori con contratto di somministrazione, di durata dalle 10 alle 12 ore.
“Formazione base alla sicurezza nei settori produttivi”, organizzato per singoli comparti produttivi e rivolto a tutti i lavoratori con contratto di somministrazione, per i quali è stato identificato il comparto produttivo nel quale andranno a lavorare. Il modulo, la cui durata sarà di 4 ore. “Formazione base alla sicurezza della mansione” rivolto a tutti i lavoratori con contratto di somministrazione, per i quali è stata identificata la mansione produttiva. Per alcune mansioni questo modulo sarà attivabile solo per i lavoratori con esperienza.
La durata dell’unità didattica varia in funzione della mansione, partendo da un minimo di 4 ore. La metodologia adottata avrà un approccio essenzialmente pratico nell’ambito del luogo di lavoro. Al termine del percorso le Agenzie formative e le aziende sono tenute ad aggiornare, tramite i Centri per l’Impiego del territorio provinciale, e consegnare agli allievi, il “libretto individuale della formazione/informazione” nel quale saranno registrate le esperienze in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Anche gli allievi stessi possono aggiornare il proprio libretto individuale nel quale saranno registrate le esperienze formative/informative in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per tutti i lavoratori inseriti in azienda i tre moduli dovranno essere integrati dal datore di lavoro con un ulteriore percorso formativo specifico per la realtà dell’ambiente di lavoro, in base alla valutazione dei rischi aziendali.
Barbara Cremoncini