L’altro giorno, data la temperatura, ho pensato di non accendere i fornelli. E quale miglior soluzione che preparare una belle panzanella fresca, fresca?
Sono molto ‘talebana’ nella preparazione di questo piatto: pane, preferibilmente cotto a legna, pomodori, insalata, lattuga o romana, cetriolo e cipolla rossa. Sale, pepe, olio.
Il pane non deve essere messo in bagno per ore e ore, altrimenti si inzuppa e perde la sua ‘forma’ per diventare una pappa. Poi va strizzato prima di essere sbriciolato in una bella zuppiera capiente.
Mio nonno mi fa sempre notare che quando la facevano in casa sua la panzanella, erano in 26 a tavola, di pomodori non ce n’era neanche l’ombra, ma di cipolla e insalata sì.
Ora inizio con la mia polemica. Mi è capitato in vita mia di mangiare panzanelle troppo zuppe d’olio o con poco pane o con poco di tutto, ma la versione peggiore è stata quella con il tonno. Mi dispiace, sono una donna obsoleta e intransigente. E per me il tonno non ci si trova bene in mezzo al pane e al resto. Povero tonno. Che se ne stia con i fagioli.
Un’altra variante che mi è capitato di avere sotto i denti è quella con i gamberi: sinceramente meglio di quella con il tonno è; ma mi dico, la panzanella non era un piatto contadino, povero, fatto con quelle poche cose che si avevano in casa? E me lo si vuole impreziosire con il gambero.
Un altro ingrediente che mi sciupa tutta la poesia di questo piatto è l’uovo sodo.
Perché coprire la fragranza del pane, il sapore dei pomodori, la freschezza dei cetrioli con un sapore così stonato?
Per me non c’è niente di meglio in queste torride giornate che rinfrescare il corpo e la mente con piatti semplici. La panzanella è buona così come è. Vi prego, salvaguardatela!
Vanessa Bof