Firenze- Incentivare l’assunzione delle donne, mantenendo il criterio della parità salariale; favorire il rientro al lavoro dopo la maternità o la cura di un familiare; investire nella politica di conciliazione dei tempi tra lavoro e famiglia e nell’erogazione di servizi migliori per rendere più efficiente la pubblica amministrazione: questa la ricetta per far crescere l’occupazione femminile secondo i dati contenuti in uno studio – affidato all’Irpet dalla Commissione Pari Opportunità Donna-Uomo (Crpo) della Regione Toscana – che offre una panoramica sulla presenza femminile nel mondo del lavoro.
La ricerca Irpet, “Le donne nelle organizzazioni di rappresentanza dei datori di lavoro e nei sindacati”, a cura di Chiara Del Sordo e Alessandra Pescarolo, è stata presentata oggi, in Sala Gigli di Palazzo Panciatichi, ed ha invitato a riflettere sugli ostacoli che accompagnano l’affermazione dell’altra metà del cielo nei ruoli dirigenziali. “Il Consiglio regionale continua a promuovere scelte per una Toscana sempre più giusta, dinamica e moderna – ha esordito il vicepresidente dell’assemblea Alessandro Starnini – quindi per una maggiore presenza dell’universo femminile nella società”.
Nonostante l’approvazione di importanti norme la strada si presenta sempre in salita e la situazione delle donne nel mercato del lavoro ne è una conferma. Da qui, per il vicepresidente del Consiglio Starnini, “l’urgenza di continuare ad impegnarsi nel cammino tracciato e di sfruttare occasioni come la presentazione della ricerca Irpet, per trovare ulteriori input di crescita”. Gli stimoli al cambiamento sono presenti, ma stentano a tradursi in azioni concrete, segno di una mentalità e di una cultura ancora radicate al passato.
“Purtroppo per quanto riguarda l’occupazione delle donne siamo ancora lontani dall’obiettivo di Lisbona del sessanta per cento entro il 2010 – ha affermato la presidente della Crpo Chiara Grassi – La quota di occupazione a livello nazionale cresce dal 46,7 al 46,8 per cento nel secondo trimestre del 2007, con una percentuale elevata di part-time che interessa l’universo femminile, segno di una occupazione che non ha solo problemi di quantità ma anche di qualità”. Quali allora i punti su cui riflettere? La ricetta, secondo la Presidente, è appunto quella di incentivare l’assunzione delle donne, mantenendo il criterio della parità salariale, favorire il rientro al lavoro dopo la maternità o la cura di un familiare e offrire servizi migliori.
“Nei paesi dove l’occupazione femminile è maggiore – ha concluso la Presidente – è anche più elevato il prodotto interno lordo ed il tasso di natalità”. Da questo dato è partito anche il vice presidente della Giunta regionale Federico Gelli: “Occorre prendere atto di questo – ha detto – e la Giunta, recependo l’ottica di genere, ha introdotto precise strategie, specificando nel programma regionale di sviluppo che ‘non c’è sfida di futuro senza la componente femminile’”.
Da qui la scelta di basare il ragionamento non solo sulla tutela dei diritti ma anche sul moderno sistema di welfare e sul benessere della società. In tale ottica si inserisce l’impegno della Regione per giungere ad una cornice normativa su politiche di genere e di conciliazione vita-lavoro, per garantire atti e provvedimenti futuri.