Firenze, domenica 25 maggio 2008– Mercato equo e sostenibile come sempre protagonista a Terra Futura, la mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità economica, sociale e ambientale, che si chiude oggi alla Fortezza da Basso di Firenze con un bilancio di 94.000 visitatori, 550 espositori, 5.000 realtà rappresentate, 220 convegni, 160 momenti fra animazioni e laboratori interattivi di buone prassi.
Il fair trade italiano totalizza all’anno 115 milioni di euro di valore al pubblico (l’80% dei quali è concentrato nel settore alimentare), distribuendo i suoi prodotti per metà attraverso le botteghe del mondo e per l’altra metà tramite i supermercati.
La tre giorni alla Fortezza ha visto ritornare più volte la discussione sulla necessità che la certificazione sociale si coniughi con le esigenze ambientali: questo è il nocciolo duro anche della strategia di Fairtrade Transfair Italia, il marchio di garanzia dei prodotti equi e solidali nel nostro Paese. «Abbiamo sempre lavorato per il miglior sistema possibile di relazioni commerciali fra i Paesi ricchi e i produttori del Sud del mondo – spiega ADRIANO POLETTI, amministratore delegato Fairtrade Italia intervenuto a Terra Futura –, ma proprio perché i nostri prodotti attraversano interi continenti, rappresentano anche la filiera lunga della produzione che, per quanto “giusta” dal punto di vista sociale, deve affrontare le relative implicazioni di impatto ambientale (a partire dai sistemi di trasporto merci cui anche noi ci appoggiamo), e che diventano centrali nell’attuale situazione di emergenza climatica».
Di pari passo con la certificazione sociale deve andare anche quella biologica. Fairtrade Italia ha sempre incentivato attraverso una retribuzione più alta i prodotti biologici, che rappresentano il 65% delle merci che certifica. «Certo è – puntualizza POLETTI - che si farebbe un importante passo avanti se nei Paesi in via di sviluppo si arrivasse ad avere un unico ispettore sia per la certificazione ambientale che per la biologica; oggi, invece, le due figure sono ancora distinte». Una realtà sempre più importante, quella del marchio di garanzia Fairtrade, che a livello mondiale registra una crescita del 47%, come testimoniano i dati più recenti predisposti per Terra Futura: sono oltre un milione e mezzo i produttori e i lavoratori in 58 Paesi in via di sviluppo che ora beneficiano del circuito; i dati di vendite globali parlano per il 2007 di ben 2,3 miliardi di euro.
Per categorie di prodotto, risultano quadruplicate le vendite dei succhi, raddoppiate quelle dello zucchero, mentre le vendite delle banane si attestano al +72%; il tasso di crescita per il caffè è del 19%. Uno sguardo ai Paesi compratori vede Svezia e Norvegia in testa per tasso di crescita dei mercati, pari rispettivamente al 166% e al 109%. Il valore delle vendite Fairtrade, invece, colloca ai primi posti Inghilterra (incremento del 72%) e Stati Uniti (incremento del 46%). Il record mondiale per il consumo pro capite, infine, è svizzero, con 20,8 euro spesi dai consumatori in prodotti Fairtrade.
Trend non altrettanto straordinari, seppure positivi, in Italia, con una crescita a valore del +12% tra 2006 e 2007, una percentuale stimata in circa 38 milioni di euro di vendite Fairtrade: caffè e cacao che crescono del 23%, tè del 36%, mentre il cioccolato solo del 9%. Crisi per il miele equosolidale, con una perdita del 18%. Bene come al solito frutta fresca, noci e frutta secca. Numeri che hanno portato il mondo del commercio equo italiano a misurarsi a Terra Futura col tema portante di questa quinta edizione: il bisogno di alleanze.
Una consapevolezza importante per una realtà che si è divisa per anni fra chi sosteneva la necessità di investire sulla distribuzione dei prodotti equi e solidali e chi invece puntava sulla comunicazione. Secondo POLETTI: «In Italia dobbiamo assolutamente uscire dalla nicchia dei 6 milioni di consumatori che conoscono il commercio equo e mettere in piedi una massiccia campagna di comunicazione, creando solide alleanze con il mondo dei media e cercando l’appoggio fondamentale di noti testimonial.
Alleanze - continua – che devono guardare anche al mondo del profit senza paure né ideologie, come dimostrano i rapporti di collaborazione che Fairtrade Italia intrattiene con le 80 imprese che hanno deciso di sperimentare pratiche di commercio diverso, rispettose della dignità delle persone e dell’ambiente». E sono proprio le alleanze e il lavoro di rete che hanno portato alla costituzione di Zoes, il portale della sostenibilità e dell’economia solidale presentato a Terra Futura, nato grazie alla collaborazione tra Fondazione Culturale Responsabilità Etica e Fondazione Sistema Toscana.
«Zoes intende mettere in rete le persone che si occupano di buone pratiche e di stili di vita sostenibili – spiegano i promotori -: è una piattaforma che connette organizzazioni, enti locali, progetti e iniziative della società civile, oltre che uno strumento pensato per dare ai produttori la possibilità di autocertificare la responsabilità sociale e ambientale dei loro prodotti. Un’iniziativa dove la tecnologia dell’informazione diviene servizio per i cittadini e la società tutta, uno spazio web per orientarsi nel mare magnum dell’economia solidale e creare sinergie e possibilità di scambio».
Il prossimo passo? Il mondo del commercio equo e solidale guarda ora con speranza al destino di un altro importante frutto delle alleanze: la Proposta di Legge sul commercio equo elaborata da Fairtrade, Associazione Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale (Agices) e Assobotteghe, depositata un anno fa anche al Senato, affinché la Repubblica riconosca «al commercio equo e solidale una funzione rilevante nel sostegno alla crescita economica e sociale dei Paesi in via di sviluppo, nella pratica di un modello di economia partecipata, attenta alla conservazione dell’ecosistema, socialmente sostenibile e rispettosa dei diritti e dei bisogni di tutti i soggetti che sono parte dello scambio economico e nella promozione dell’incontro fra culture diverse».
Terra Futura è stata promossa e organizzata da Fondazione Culturale Responsabilità Etica Onlus per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Consorzio Etimos, Etica SGR, Rivista ”Valori”), Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., e realizzata in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete, Legambiente, in collaborazione con Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Firenze Fiera SpA, e numerose altre realtà nazionali e internazionali.