Una mostra di opere e disegni per celebrare Luciano Minguzzi, dal 31 gennaio fino al 24 febbraio sarà ospitata presso la sala d'Arme di Palazzo Vecchio. In tutto saranno esposte trentasei opere di cui 20 sculture e 16 disegni, che celebrano uno dei più importanti maestri della scultura italiana del Novecento e al quale si deve la realizzazione della 'Porta del Bene e del Male' in San Pietro in Vaticano e della Quinta Porta del Duomo di Milano e di quella di San Fermo a Verona.
La mostra, resa possibile grazie allo sforzo della Fondazione Museo Minguzzi di Milano con l'assessorato alla cultura del Comune di Firenze in collaborazione con l'assessorato alle relazioni internazionali, la Soprintendenza speciale per il Polo museale e il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali, della Regione, della Provincia e della Mediateca regionale.
Giovanni Gozzini assessore alla cultura del comune di firenze nel commentare l'iniziativa ha precisato che: " questo appunatamento culturale si colloca sicuramente fra i più importanti per la nostra città"
L'esposizione che sarà ad ingresso libero, verrà inaugurata giovedì 31 gennaio alle 18, e rimmarrà aperta tutti i giorni 10-13; 15 -19.
L'opera che aprirà la mostra sarà "Acrobata" datata 1950 e "Donna con Gufo" (1951), opere che palesano l'amore dello scultore bolognese per la primordiale immagine femminile etrusca; prosegue con l'omaggio di Minguzzi agli arcani animali anticamente ritenuti sacri come "Civetta in Gabbia" (1952), "Due colombe" (1987-89), "Due pesci" (1987-89),"Gallo" (1999), "Oronte" (bronzo del 1970), animale, quest'ultimo, inquietante e metamorfico, quasi una rilettura della famosa Chimera di Arezzo. Si ammirano poi gli studi in legno della seconda opera monumentale realizzata dallo scultore bolognese, la Porta del Bene e del Male in San Pietro in Vaticano, del 1977 con le formelle di "Sant'Andrea", "Giovanni battezza l'eremita", "Tobia e l'angelo", "Caino Abele","Deportazione degli schiavi" Il buon ladrone", "Lazzaro risorto" raffiguranti temi drammatici tra i più grandi di tutti i tempi dai quali scaturisce la forza solenne di un grande messaggio morale.
La mostra si chiude con "Bozzetto per Uomini del Lager" (1957) e altri disegni che rievocano gli orrori dell'ultima guerra mondiale, l'umiliazione subita dal nostro Paese poi riscattata dalla Resistenza nella lotta di Liberazione: "Impiccati di Casalecchio"(1981), "Il grande urlo" (1985),"La fucilazione di Giovanni Minguzzi" (1991).
L'intera iniziativa è curata da Veronica Ferretti, mentre il catalogo è curato dalle Edizioni d'Arte Giorni Guelfi di Verona con la prefazione del Soprintendente Cristina Acidini e un saggio critico di Antonio Paolucci.
D.
Ang.