Mercoledì 23 gennaio, tornano a Firenze all’AUDITORIUM FLOG, i Klezmatics, considerati la miglior klezmer band al mondo grazie al talento dei suoi componenti e all’impareggiabile estro del loro leader, il trombettista Frank LONDON. Musicisti del Lower East Side di New York, hanno studiato l’idioma della tradizionale musica delle feste ebraiche dell’Est Europa, conosciuta come klezmer, e se ne sono impadroniti, apportandovi sensibilità contemporanee, combinando identità e misticismo ebraico con lo spirito del nostro tempo e diventando tra le più note e apprezzate formazioni della musica klezmer contemporanea internazionale.
Sono per gli appassionati il simbolo di quel klezmer che fonde le tradizioni askenazite con le influenze dell’avanguardia Jazz più tipiche del nuovo continente.
L’essenza è quella di una musica di festa, che celebra la natura estatica delle sonorità yiddish e crea sonorità di volta in volta riflessive, ballabili e liberatorie. Forniscono impressioni decise e dirette, con la profondità propria di un repertorio che contempla una vibrazione interiore, forse una fede. Creatori quindi di un nuovo klezmer, in cui si mescolano avanguardia classica e Pop, Folk, Rock, Jazz, Heavy Metal, sin dall’esordio, datato 1986, i Klezmatics hanno registrato il tutto esaurito nei loro spettacoli nel Nord e Sud America, e in tutta Europa, comprese le apparizioni ai tanti festival, Womad di Peter Gabriel, Jazz di Montreal, Folk di Philadelphia o Klezmer di Safed, in Israele.
Hanno raggiunto le case di milioni di telespettatori attraverso CBS, BBC, MTV. I loro progetti annoverano collaborazioni così varie quanto creative: dal virtuoso del violino Itzhak Perlman alla cantante israeliana Chava Alberstein, dal poeta Allen Ginsberg all’attore Robin Williams, dagli artisti della scena downtown newyorkese Elliot Sharp, John Zorn e lo stesso Marc Ribot agli ex Led Zeppelin Robert Plant e Jimmy Page, ai membri del Flying Karamazov Brothers. I Klezmatics hanno lavorato con la compagnia Los Angeles Modern Dance and Ballet, hanno scritto le musiche per piece di danza della coreografa Twyla Tharp, per i registi Jonathan Berman (The Shvitz) e Greg Bordowitz (Fast Trip, Long Drop), e per la produzione dell’Hartford Stage di Mark Lamos “The Dybbuk”, su adattamento del drammaturgo Tony Kushner, vincitore del Premio Pulitzer (Angels in America).
Hanno inoltre collaborato con Itzhak Perlman, Peter Gabriel, Lester Bowie, La Monte Young e David Byrne. La loro è una rilettura di celebri pagine del repertorio yiddish, in cui rivivono i versi di alcuni dei più grandi poeti yiddish del XX Secolo, arrangiate con sonorità moderne che spaziano tra i generi musicali più diversi; il risultato è un irresistibile mix di tradizione e modernità, ironia ed energia tutte particolari, che ogni volta coinvolge i presenti in una esperienza trascinante.