Firenze– Può Firenze puntare sulla lingua, patrimonio che appartiene al suo DNA, per rilanciare la cultura teatrale a livello europeo? E se sì, quali ambizioni e ruoli sono degni di questa città, che in tema di teatro vanta trascorsi illustri, dai Medici al ‘900 di Kantor, Gassman, Eduardo? Domande di evidente qualità globale per interlocutori di analoga qualità. Domande che, non a caso, chiamano in campo l’Associazione del Piano Strategico Metropolitano a organizzare, per conto dell'Assessorato alla Cultura del Comune e nell'ambito del Patto Stato - Regioni, un nuovo convegno sull’avvenire teatrale di Firenze, inevitabilmente legato ai destini della Pergola e alle sue future ipotizzabili gestioni, non più universo Eti, comunque tali da far ripensare dalle fondamenta l’intera geografia toscana del teatro.
Appuntamento con Marc Fumaroli, Sergio Givone e molti altri nel saloncino della Pergola venerdì 11 gennaio: al mattino (ore 10) per parlare di Vocazione teatrale, al pomeriggio (ore 15) di Educazione teatrale. Temi scelti per approfondire il dibattito lanciato nel convegno del 7 dicembre scorso, circostanza in cui emerse tra l’altro l’idea di dar vita, proprio alla Pergola, a un Centro di alta formazione teatrale, nonché a un Teatro della lingua italiana in sinergia con altri istituti cittadini di gran pregio, come Accademia della Crusca e Gabinetto Vieusseux.
A temi nuovi interlocutori nuovi. “A dicembre”, spiega il coordinatore Andrea Di Bari, “il dibattito ebbe carattere più politico-istituzionale, con enti locali e operatori chiamati a misurarsi sugli scenari possibili in vista del ritorno alla città della gestione della Pergola. Stavolta si ragionerà più nello specifico, per delineare almeno il profilo culturale di un progetto per Firenze. Perciò confronto allargato anche a personalità diverse, comunque attente alle politiche culturali pubbliche e al ruolo del teatro come elemento costitutivo della società”.
Protagonisti, dunque, alcuni mostri sacri del teatro internazionale accanto a filosofi, architetti, storici della cultura, intellettuali vari, amministratori, per discutere non solo del ruolo civile del teatro, ma anche di trasmissione dei saperi e del rapporto tradizione/innovazione nelle arti sceniche, mettendo a confronto scuole e tradizioni europee. Aprono Ninni Cutaia, direttore generale dell’Eti, e l’assessore alla Cultura Giovanni Gozzini. Poi spazio alle relazioni di noti docenti dell’ateneo fiorentino: Cesare Molinari (Storia dello Spettacolo), Ezio Godoli (Storia dell’Architettura), Givone (Estetica).
Chiude questo primo round Fumaroli, acclamato autore di testi epocali (L'età dell'eloquenza, Lo stato culturale, Le api e i ragni), nonché esponente di punta dell’Académie Francaise e professore onorario al College de France. Completa il matinée un pubblico dialogo tra Franco Camarlinghi e Renato Nicolini, celebrati assessori alla Cultura a Firenze e Roma negli anni Settanta/Ottanta. Nel pomeriggio, riservato all’Educazione Teatrale a Firenze, sono previsti due diversi momenti. Il primo, dedicato alle esperienze in corso in materia di Formazione per la scena, prevede da un lato gli interventi di Luciano Falchini (Regione Toscana) e Stefano Fantoni (Provincia di Firenze), dall’altro quelli di Virgilio Sieni, direttore dell’Accademia sull'Arte del Gesto, e Giovanni Varoli, presidente di MaggioFormazione.
Come clou della giornata, una tavola rotonda (ore 16) con alcuni fra i maggiori maestri della scena europea: Jacques Lassalle (già direttore della Comédie Francaise), Jerzy Stuhr (uomo di marmo di Wajda, oggi rettore della National Drama School di Cracovia), Anatolij Vassiliev (fondatore della Scuola d'Arte Drammatica di Mosca, ora direttore dei corsi di regia all'ENSATT di Lione), Massimo Castri, uno di più importanti registi italiani, e Marco de Marinis (DAMS Università di Bologna). Moderatore Oliviero Ponte di Pino.
Oggetto della discussione: la Trasmissione dei saperi teatrali, basi teoriche per il progetto di Scuola d'eccellenza da realizzare a Firenze.