La riorganizzazione del sistema della fiscalità d’impresa nella Finanziaria 2008. E’ stato questo il tema centrale dell’intervento di Franco Ceccuzzi, deputato del Partito democratico – L’Ulivo che questa mattina, martedì 11 dicembre è intervenuto in Aula, dopo che nei giorni scorsi era stato relatore della Commissione Finanze ed aveva seguito i lavori della Commissione Bilancio, in sede referente. La Commissione Finanze, in sede consultiva, aveva approvato una relazione nella quale auspicava ulteriori modifiche al testo arrivato dal Senato, ed in particolare sulla tassazione dei redditi d’impresa.
“La nuova disciplina – ha sottolineato Ceccuzzi - della tassazione dei redditi delle imprese introduce elementi di modernizzazione e di semplificazione. La riforma si caratterizza per almeno tre innovazioni strutturali. La prima si riferisce alla riduzione delle aliquote IRES e IRAP rispettivamente al 27,5 e al 3,9 per cento, con un avvicinamento alle aliquote effettive. La seconda, riguarda la semplificazione degli adempimenti e delle procedure con beneficio tanto per le imprese, in termini di abbattimento dei costi di gestione, quanto dell'amministrazione tributaria, sotto il profilo del risparmio di risorse umane e strumentali per le attività di accertamento.
La terza, ed ultima, prevede l'introduzione di un maggior grado di trasparenza nel prelievo sulle imprese, attraverso il recupero della coincidenza tra l’utile risultante dal bilancio civilistico e quello imponibile”.
“Il nuovo testo, approvato dalla Commissione Bilancio, – ha proseguito il deputato del Pd - innalza il limite delle deduzioni Irap per le imprese con valore di produzione sotto i 180 mila euro da 8 mila a 9.500 euro, evitando così il rischio di un'eventuale diminuzione della franchigia.
Importanti modifiche sono inoltre state recate dai commi 75-bis e 75–ter dell’articolo 9 alla disciplina connessa con gli studi di settore. Tali disposizioni stabiliscono che gli accertamenti ai fini delle imposte sui redditi e dell’IVA, anche basati sulle risultanze degli studi di settore devono prioritariamente rivolti nei confronti di soggetti diversi dalle imprese manifatturiere che svolgono attività per conto terzi. Si tratta del recepimento dell’art. 6 del pdl 3087 in corso di esame, in sede referente, della Commissione Finanze proposto da un primo nucleo di deputati del Pd-Ulivo e che contiene negli altri articoli altri spunti di riforma necessari per gli studi di settore, che andranno valutati e sostenuti”.
“Si può dunque trarre – ha concluso Ceccuzzi - un bilancio positivo dei risultati ottenuti nell’esame della Finanziaria alla Camera.
Come segnale di attenzione per il mondo delle piccole e medie imprese che in Italia rappresentano il 95 per cento delle imprese in Italia e coprono il 45 per cento del livello di occupazione totale, svolgendo così un ruolo di primaria importanza nel processo di creazione di valore aggiunto”.