Un’operazione di assoluto riguardo storico quella che ha interessato il restauro della scala e del ricetto lorenese degli Uffizi. Un’operazione che ha voluto restituire al luogo quella regale accoglienza voluta nel 1781 da Pietro Leopoldo per il nuovo accesso alla Galleria.
Il restauro di tutto l’ambiente “rappresenta - come sottolinea il Soprintendente Cristina Acidini - il punto d’arrivo di un complesso intervento che ha visto collaborare con tempestività e generosità soggetti pubblici e privati: funzionari di Galleria, Soprintendenze, Friends of Uffizi Gallery e Amici degli Uffizi, imprese di restauro”.
Scrive Antonio Natali - direttore della Galleria degli Uffizi - “la Soprintendenza ai beni architettonici – grazie anche alla disponibilità della ‘Società Consortile Grandi Uffizi’- ha voluto accogliere la richiesta d’anticipare di due anni l’intervento di restauro al vano della scala e ai due locali al colmo della rampa, secondando anche il nostro avviso riguardo al punto di verde da adottare nella dipintura di soffitti e pareti”.
L’intervento finanziario impegnato dalla Pubblica Amministrazione per la realizzazione del progetto è quantificabile ben oltre i 200.000,00 euro; intervento che è stato sostanziosamente incrementato dal contributo dell’’Associazione Amici degli Uffizi’ che, insieme alla neonata ‘Friends of Uffizi Gallery Inc.’, sua filiazione statunitense, hanno impegnato complessivamente altri 135.000 euro per il completamento dell’operazione, consistente nei restauri di tutti i marmi antichi e dell’importante tela di Jacopo da Empoli con le Nozze di Caterina de’Medici, oltre alla realizzazione di dettagli funzionali di non poco conto come i corrimano nelle rampe d’ala.
I restauri dei marmi antichi diretti da Antonella Romualdi, partiti qualche anno fa, si sono concentrati per lo più nel corso del 2007, chiusi negli ultimi tre mesi, insieme all’intervento architettonico, condotto a tempo di record, ma secondo criteri e modalità d’assoluto rigore.
Le linee guida del ripristino dello scalone sono state individuate grazie a un’attenta ricerca documentaria e a una meditata campagna di saggi.
Nell’introduzione de ‘Gli Uffizi. Studi e Ricerche/I pieghevoli. 34’, pubblicato per l’occasione dal Centro Di, si sottolinea la straordinaria importanza dell’intervento, a partire da quel ‘verdognolo’ che nell’autunno del 1781 venne steso dall’imbianchino Carlo Marcacci, come testimoniano i documenti riletti, su incarico della Direzione degli Uffizi, da Federica Chezzi all’Archivio di Stato di Firenze. “Procedendo nel recupero filologico dei luoghi storici degli Uffizi, la Direzione della Galleria – scrive Antonio Godoli - ha continuato qui, grazie all’apporto della consorella Soprintendenza per i beni architettonici, attuando questo ripristino, dopo le salette dell’Armeria (1989), i Corridoi (1996), il Ricetto delle Iscrizioni (2007)”.
Il contributo degli Amici degli Uffizi si è concentrato sul recupero dei pregiati marmi antichi del ricetto, che non a caso introducono alla visita in Galleria secondo la visione universale caratteristica del collezionismo mediceo, da sempre attento alle antichità; proprio queste infatti costituivano una delle maggiori attrattive per i visitatori del Settecento e dell’Ottocento. “Fu Luigi Lanzi –dice Antonella Romualdi- a destinare al vestibolo di ingresso alcune statue fra le più significative per l’arte antica ma anche per la storia più remota della collezione medicea iniziata da Cosimo I.
L’intento dei Lorena in tal modo era quello di rimarcare la continuità della tradizione.” Fra le opere allestite nel vestibolo, i due cani molossi e la coppia di pilastri finemente scolpiti a cataste di armi che costituirono il primo nucleo della collezione iniziata da Cosimo I; quattro sculture colossali inserite nelle nicchie, di cui la statua togata di Augusto e l’Apollo, restaurato nel Seicento da Giovanni Battista Pieratti, appartengono ancora all’allestimento originale; quattro sarcofagi, pregevoli opere uscite dalle officine romane del II - III secolo, raffiguranti Apollo e le Muse, il Trionfo di Dioniso, il Mito di Fetonte e il Mito di Fedra e Ippolito, che, grazie a questo intervento, hanno potuto recuperare la straordinaria vividezza dei protagonisti.
Gli Amici degli Uffizi e i Friends of Uffizi Gallery si sono offerti inoltre di sostenere il restauro della tela di soggetto storico Le nozze di Caterina de’ Medici ed Enrico II di Francia, avvenute a Marsiglia nel 1535, opera del 1600 di Jacopo da Empoli (dipinta per il Salone dei Cinquecento con il suo pendant raffigurante Le nozze di Maria de’ Medici, restaurati entrambi sotto la direzione di Francesca de Luca, pure esposto sulla parete al colmo della scala).
Nel ricetto ha trovato ospitalità anche lo splendido stemma intagliato e dorato d’Alessandro de’ Medici attribuito a Baccio d’Agnolo, legnaiolo d’eccezione, concesso in deposito dal Museo Nazionale del Bargello.
Maria Vittoria Colonna Rimbotti, Presidente dell’Associazione Amici degli Uffizi e Presidente della Friends of Uffizi Gallery, conferma con entusiasmo la scelta di partecipare con i sostenitori americani a questa complessa operazione di restauro: “A cose compiute posso dire che la nostra è stata una scelta giusta: le sculture antiche davvero impreziosiscono il vano che s’affaccia sulla scala monumentale e soprattutto il vestibolo, ovale, sovrastato dall’effigie di Pietro Leopoldo, l’uomo che volle rendere aulico il nuovo accesso alla Galleria fiorentina”.
La scala e il ricetto lorenesi, ‘Gli Uffizi.
Studi e Ricerche /I pieghevoli’, n. 34, Firenze, Centro Di 2007; testi di: Cristina Acidini, Maria Vittoria Colonna Rimbotti, Antonio Godoli, Paola Grifoni, Antonio Natali, Antonella Romualdi.