Firenze – "La norma è molto semplice e di facile applicazione: stabilisce che gli emolumenti per gli incarichi negli enti dipendenti della Regione Toscana vengano ridotti del 10%". Così il presidente del gruppo di Alleanza nazionale, Maurizio Bianconi, ha illustrato una proposta di legge per il contenimento della spesa pubblica regionale, presentata dai gruppi di centro-destra.
"E’ una norma ispirata dalla concretezza – ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Dinelli - A distanza di 14 mesi dalla sua presentazione, vogliamo che il Consiglio si pronunci con un sì o con un no per appello nominale".
Il presidente della commissione Affari istituzionali, Ilio Pasqui (Pd) ha ricordato che nel dibattito in commissione la maggioranza si è opposta ad un taglio indiscriminato alle indennità, sia professionali che politiche.
Per questo è stata richiesta una documentazione che, ha ammesso, “ha ritardato". Pasqui ha quindi ricordato che il Consiglio regionale, nel giugno scorso, ha approvato una risoluzione per operare un taglio drastico agli enti partecipati. "In questa fase è necessaria una norma puntuale – ha affermato – e non un’iniziativa demagogica". “C’è un imbarazzo totale in questa maggioranza. L’opposizione si presenta con un documento volto alla riduzione dei costi della poltica, e tutto quello che chi sta al governo riesce a dire è :vorrei ma non posso”.
Così il consigliere azzurro Angelo Pollina che ha aggiunto quanto “questa maggioranza non riesca a giustificva un atteggiamento di assoluto rifiuto a prendere un impegno serio”.
“È una legge demagogica perché si vuole andare a dinterventire su realtà che operano più per servizo che per compenso”. Così la capogruppo del Prc Monica Sgherri, anticipando il voto di astensione oltre che del suo partito anche di Sinistra democratica e Verdi. “La proposta di legge è superata – ha detto ancora la capogruppo – dalla mozione che abbiamo approvato appena ieri e che impegna la Giunta a lavorare per ua riduzione di almento il 10 per cento”.
“È un piccolo segno, ma è un segno tangibile”.
Così l’azzurro Alberto Magnolfi che ha ribadito come la “proposta di legge non sia affatto demagogica perché il vero costo della poltica è l’apparato che le ruota attorno”. Magnolfi ha quindi concluso con il rammarico che questa è “una grande occasione mancata”.
Anche per il presidente di Af Jacopo Ferri le “accuse di demagogia non trovano fondamento né sono accettabili. La maggioranza avrebbe potuto dire la sua proponendo emendamenti. La proposta di legge mira a dare un segnale sin da subito, porterebbe ad un risparmio immediato e comunicherebbe la volontà tangibile dei consiglieri regionali di intervenire sulla questione”.
Per il consigliere di An Roberto Benedetti “era impensabile l’atteggiamento manifestato dalla maggioranza.
Il problema del coso della poltica, è evidente quando la poltica è di basso livello. La proposta di legge vuole andare ad incidere su una questione sostanziale: incidere sui costi dell’apparato che ruota attorno agli eletti e inciderebbe sulle casse dello stato più che una riduzione della rappresentanza”.
“È difficile riuscire a dare un senso alle motivazioni avanzate dalla maggioranza”. Così il consigliere di An Marco Cellai che ha proseguito il suo intervento sottolinenando quanto sia “evidente che si stia dando i numeri sui costi della poltica”.
Alle accuse di demagogia per la mozione approvata ieri, Cellai ha risposto che gli effetti cui tende la proposta “sarebbero immediati. Quell’atto prevede invece segnali futuri”.
“Mi pare che la discussione miri solo ad un effetto mediatico”. Cos’ il capogruppo dei Verdi Mario Lupi che ha aggiunto quanto “avrebbe preferito più che un gesto simbolico, un’iniziativa più di sostanza. Magari chiedendo il taglio delle nostre indennità”.
Per la consigliera di alleanza nazionale Marcella Amadio, “è nostro dovere poltico e morale affrontare la riduzione die costi della politica.
È proprio l’ipocrisia che porta avanti questa maggioranza che alimenta il vento dell’anti-politica”.
Per il capogruppo Udc Marco Carraresi, il “tenativo di intervenire seppur in maniera simbolica, è mitivo di più per dare il proprio consenso. Sarebbe l’occasione per dare un segnale concreto e in linea con quanto operato da latri livelli istituzionali”. Secondo Carraresi, “prechè un nominato non deve vedersi ridurre la propria indennità. Naturalmente – ha precisato – questo sarebbe solo il primo di una lunga serie di passi da intraprendere”.
Per il consigliere di An Andrea Agresti, “quei non si tratta di un problema di schieramento ma di operare scelte. Il costo della poltica, non è solo quello della rappresentanza, ma delle altre sfere che, in definitiva, hanno un’incidenza maggiore”.
Durante le dichiarazioni di voto, il presidente del Pd Alberto Monaci ha annunciato il vosto di astensione perché ritiene la porposta di legge “superata dal voto di ieri in cui si impegna la Giunta ad una riorganizzazione complessiva della macchina regionale e ad una riduzione della spesa di almeno il 10 per cento”.
“Noi – ha evidenziato Monaci – facciamo e diciamo qualcosa di più della minoranza. Abbiamo compiuto un passaggio sul quale non possiamo tornare indietro”. La proposta di legge è stata bocciata con 19 voti a favore e 30 astenuti.