La procura di Verona, al termine di un’approfondita indagine su una serie di traffici illeciti di rifiuti speciali, ha chiesto il rinvio a giudizio di 46 persone, tra cui un dipendente della Ditta ECOS, responsabile dell’azienda al momento dei fatti contestati. Secondo l’accusa dal 7 gennaio al 1 febbraio 2005 sarebbero transitate dalla ECOS 330 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, ovvero miscele di rifiuti non meglio identificati, classificate inizialmente come ceneri leggere. Dall’azienda di Barberino le ceneri sarebbero uscite, secondo l’accusa senza aver subito alcun trattamento, con un formulario indicante spandimento sul suolo a beneficio dell’agricoltura e dell’ecologia, con destinazione finale nella provincia di Viterbo.
L’autorizzazione a svolgere la propria attività fu confermata alla ECOS dalla Provincia di Firenze, per un ulteriore quinquennio, il 29 dicembre 2004, al termine di una conferenza dei servizi, durante la quale la popolazione, guidata dal sindaco con la fascia tricolore, aveva tentato di contrastare la conferma dell’autorizzazione, e ottenuto che fosse rinviata almeno di 15 giorni, in attesa del progetto, non ancora esibito, dell’impianto di depressione. La mancato realizzazione dell’impianto portò successivamente alla sospensione dell’attività dell’azienda per diversi mesi a partire dal settembre 2005.
I fatti contestati dalla Procura di Verona si sarebbero svolti a partire dal 7 gennaio 2005, cioè appena 8 giorni dopo il rilascio della nuova autorizzazione.
La Giunta del Comune di Barberino Valdelsa, informata ufficialmente dalla Procura di Verona del procedimento in corso, si costituirà parte civile all’udienza preliminare fissata per il 22 novembre 2007ed ha in proposito dato incarico ad un avvocato.