“Lascia sconcertati la decisione del Governo di inserire in Finanziaria la riorganizzazione delle Comunità montane, che tradisce di fatto le aspettative della montagna di veder riconosciuto il suo ruolo nello sviluppo socio-economico. “
Lo ha dichiarato Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana, che ha aggiunto “prende ancor più vigore la manifestazione organizzata a Firenze per domani 2 ottobre e quella del 24 ottobre a Roma, a carattere nazionale. Il Governo è rimasto sordo alle richieste dell’Uncem, delle Comunità montane e dei Comuni montani, che chiedevano uno stralcio dei criteri di montanità contenuti nelddl Santagata-Lanzillotta per essere inseriti, più opportunamente, nel testo della legge sulla montagna”.
“Se poi i due ministri ed il Governo pensavano che la questione fosse da riferire ai costi della politica, ebbene si sarebbe potuto spostare l’argomento nel testo in discussione al Parlamento sul Codice delle Autonomie”.
Non solo, ma c’è da notare altresì che inserendo tale tema nella Finanziaria il Governo ha compiuto un vero e proprio atto di prevaricazione nei confronti delle Regioni, alle quali, in applicazione del Titolo V della Costituzione, spettano le competenze sulle Comunità montane e sulla valutazione dei criteri di montanità.
Questi ultimi, infatti, non possono essere esclusivamente altimetrici, come ha deciso il Governo, ma devono tener conto di altri fattori, tra cui la pendenza, il dislivello, il clima, la situazione socio-economica del territorio.
La stessa Unione europea ha stabilito che i criteri di montanità devono essere elastici e niente affatto commisurati soltanto ai metri di altezza del comune sul livello del mare.
Il Comitato delle Regioni dell’Unione Europea ha chiarito che non si può dare una definizione univoca di montagna in Europa ma che tutti i documenti in materia richiamano all’esigenza di una combinazione di fattori tra l’altitudine e altri fattori naturali da un lato e i condizionamenti socioeconomici, la situazione di squilibrio territoriale e il livello di degrado o di pericolo ambientale dall’altro.
Il Rapporto del Comitato precisa anche che l’ONU ha classificato empiricamente le montagne in classi che partono da un’altitudine di 200 metri per giungere a oltre 4500.
“In quanto al presunto risparmio di 66 milioni di euro - sostiene Giurlani - esso non è altro che un’operazione di cassa.
Infatti, si tratta di risorse che andrebbero tolte alle Comunità montane per il personale e successivamente passate ai Comuni che dovrebbero ricollocare il personale espulso dalla Comunità montane”.
“Noi continueremo la nostra battaglia contro un atteggiamento prevaricatore del Governo nei confronti della montagna - ha concluso Giurlani - e siamo sicuri di avere vicini in primo luogo la Regione che deve difendere le sue prerogative, ma tutte quelle strutture che si preoccupano della vita della montagna, da Legacoop al sindacato, dai Comuni montani alle associazioni di categoria, dai partiti ai semplici cittadini.
Non c’è alcun dubbio che le Comunità montane della Toscana sono nate per volontà della Regione ed inserite nello Statuto regionale e sostenute continuamente come ha dimostrato la Conferernza regionale sulle montagne di Toscana”.
Alla manifestazione di domani hanno già dato l’adesione, oltre Regione Toscana, CIA, Legacoop, Confcommercio, Confesercenti Toscana, Unione Nazionale delle Pro-loco d’Italia, Legambiente, UPI, ANCI, CGIL, CISL, UIL, le delegazioni Uncem di Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Confindustria Nazionale, i 161 comuni montani e le 20 comunità montane toscani e l’Assessore regionale della Regione Piemonte Bruna Sibilla.
Per domani è stato inoltre confermato il collegamento in videoconferenza con Bruxelles dove il Presidente di Uncem nazionale Enrico Borghi presenzierà ad un tavolo europeo sui criteri di montanità.