La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi (World Osteoporosis Day) è promossa dalla Fondazione F.I.R.M.O – Fondazione Raffaella Becagli Onlus, in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, per il 20 ottobre 2007. Il tema di quest’anno, “Beat the Break: mai più fratture”, ha come obiettivo primario quello di “misurare” la salute delle ossa degli italiani sensibilizzando la popolazione sui fattori di rischio dell’osteoporosi.
La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi sarà organizzata dalla Fondazione F.I.R.M.O a Firenze in Piazza della Repubblica dove saranno allestiti dalle ore 9 alle 19, dei gazebo con i volontari della Croce Rossa Italiana che distribuiranno ai visitatori materiale informativo e forniranno informazioni riguardo l’osteoporosi.
Inoltre, ci sarà un tavolo predisposto per l’occasione con assaggi di Parmigiano Reggiano e uno spazio per i bambini dove i volontari distribuiranno dei libretti di favole e saranno a disposizione dei più piccoli per farli divertire e disegnare.
Lo scopo della Giornata è quello di contribuire a ridurre le malattie osteoporotiche agendo in due direzioni: attraverso la prevenzione e la consapevolezza dei fattori di rischio. A tal proposito la IOF (International Osteoporosis Foundation) ha prodotto un questionario per verificare lo stato di salute delle ossa, il “one minute Risk Test” (questionario test di rischio), che verrà diffuso durante la giornata del 20 ottobre in tutte le piazze aderenti all’iniziativa insieme a tutte le pubblicazioni e le brochure informative.
La frattura del femore è il fattore più disabilitante per gli anziani.
La si può e la si deve con un’adeguata presa di coscienza dell’importanza di uno stile di vita che integri una corretta alimentazione ed un’appropriata e costante attività fisica. L’osteoporosi, con le fratture da fragilità che ne conseguono, è un fenomeno globale che si sviluppa in modo silenzioso perché il nostro scheletro è nascosto ed incapace di dare segni tangibili di malattia nelle prime fasi delle alterazioni metaboliche. Peraltro, il costo economico e sociale di questa malattia è tale che non correre ai ripari oggi esporrà le generazioni future a difficili problematiche da affrontare.
Siamo pertanto responsabili per l’oggi, ma anche per un domani che offra soluzioni migliori grazie all’impegno di ognuno di noi.