Entro il 3 ottobre (oppure entro il 5 luglio 2009) i comuni devono scegliere quali funzioni catastali gestire direttamente od in forma associata ed in quale ambito territoriale.
I Consigli comunali devono operare due scelte.
La prima: cpme gestire lo sportello catastale decentrato, per effettuare visure, interrogazioni e richiedere certificati a distanza. Oppure fruire della possibilità di accettare e registrare dichiarazioni tecniche sia per i fabbricati che per i terreni. O terza opzione: aggiornamento della banca dati.
La seconda scelta: i comuni dovranno scegliere l’ambito in cui muoversi e la modalità della gestione associata, ovvero convenzioni, unioni di comuni, consorzi e Comunità montane.
Mentre i comuni capoluoghi si avviano verso la gestione piena, quelli piccoli dovranno muoversi sul terreno della gestione associata.
Ebbene, in Toscana, 157 comuni montani che fanno capo a 19 Comunità Montane hanno già convenuto di identificare l’ente montano come referente almeno del primo livello di organizzazione in attesa di sviluppi.
Comuni e Comunità montane della Toscana potranno usufruire di risorse attorno ad un milione e 300 mila euro per l’attivazione dei percorsi di associazioni di funzioni e del loro potenziamento tecnologico, compreso quello catastale.
Adesso tocca agli enti locali fare i passaggi successivi per definire i progetti, ai quali va già il ringraziamento dell’Uncem per la collaborazione fattiva con le Comunità montane che ha portato all’eccezionale risultato di vedere quasi tutti i comuni montani fare riferimento alle C.M.
Oreste Giurlani (presidente Uncem Toscana) ha riferito anche che il mese scorso aveva illustrato la posizione dell’Uncem al Direttore dell’Agenzia delle Entrate della Toscana.
“Per perseguire tale obiettivo - ha dichiarato Giurlani - è stato istituito un gruppo di lavoro tecnico con il compito di realizzare uno studio approfondito sulle modalità e sui costi di procura dei comuni alle Comunità montane al fine di poter scegliere la strada giusta da percorrere.
La disponibilità dei comuni a delegare alle Comunità montane la materia catastale, una volta acquisiti gli strumenti necessari, prospetta anche la possibilità di dar vita ad una associazione di funzioni a questa collegate (si pensi ai tributi, al personale etc.). Ritengo questa decisione politicamente importante dal momento che permette di rafforzare ancor più l’asse comuni- Comunità montane e, al tempo stesso, valorizzare quest’ultimo Ente come forte centro propulsore delle funzioni associate dei Piccoli Comuni”.
Ricordiamo che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 luglio scorso il decreto del Presidente del Consiglio che fissa il passaggio del catasto ai Comuni dal prossimo primo novembre.
A partire da questa data, i Comuni che vorranno, potranno gestire, totalmente o in parte, le funzioni catastali.
Il provvedimento innova e riforma, una delle prerogative più vecchie e tradizionali dello Stato, con ricadute positive sia ai fini delle politiche urbanistiche sia di quelle fiscali. Il Dpcm regola il decentramento e prevede la fine della sperimentazione iniziata nel 2000.
C’è un altro tema importante relativo al catasto delle aree che sono state devastate dagli incendi. L’appello del ministro Pecoraro Scanio di legiferare per impedire speculazioni di vario genere sui terreni che sono stati incendiati è condivisibile.
Anzi la Toscana già da diversi anni ha varato una legge che vieta ogni tipo di speculazione sui terreni che hanno subito incendi.
Sono ben 120 i comuni montani che fanno capo a 14 comunità montane che esercitano questa importante funzione associata di controllo. Giurlani ha assicurato che le altre 6 C.M. entreranno nel circuito entro la fine del corrente mese.