Oltre 50.000 persone hanno partecipato al penultimo appuntamento della mega-kermesse fiorentina, nata dalla ventennale esperienza di Arezzo Wave. Per sei giorni Italia Wave Love Festival ha preso per mano Firenze, trasformando l'area dell'Osmannoro in una vera cittadella dello spettacolo e delle culture giovanili. La giornata di sabato si è aperta, alla mattina, con le band emergenti di Toscana Wave: sul palco Radio Hell, Francis Bacon, Cherry Sand e Les Fauves. Al pomeriggio, tutti allo Psycho Stage, per un lungo set dedicato a sonorità cariche, ritmi veloci e tonalità altisonanti, insieme all'alternative rock dei Ricochet, al punk '70 dei Trans Vz ed ai Dufresne.
A chiudere il pomeriggio ci pensano Montecristo, Teatro degli orrori e Datarock.
Mentre il sole si adagia all'orizzonte di Italia Wave, prendono il via i concerti del Global Stage. Tra le band più attese, Susana Baca e Orchestra di Piazza Vittorio. I tempi sono giusti ormai anche per il Main Stage, che intorno alle 19, dà il via al proprio programma con I Cappelli a Cilindro, seguiti dai I Figli di Madre Ignota. Quindi è la volta di Roy Joung, con il suo inconfondibile genere votato al soul.
Il leit motiv dei Leningrad è ballare, ballare, ballare: arrivano direttamente da San Pietroburgo, con la loro divertentissima patchanka in bilico tra punk, ska, rock. Intanto davanti al palco lo folla aumenta: un pubblico colorato e variegato che si lascia andare volentieri a danze e applausi. Scocca la mezzanotte e dal palco spunta il capello texano di Vinicio Capossela. Quello che ad oggi è uno dei più completi cantautori italiani interpreta la propria musica con maschere simboliche e scenograficamente significative.
Il pubblico balla, canta, si scatena. Non un concerto qualsiasi, ma uno spettacolo che l'artista ha pensato (e ampiamente provato, per tutto il pomeriggio, sotto il sol leone fiorentino) appositamente per Italia Wave: una rivisitazione, in chiave originale, dei grandi successi del suo repertorio. Un sound onirico e devastante, segnato da una sezione ritmica quasi tribale grazie alla partecipazione sul palco di due ospiti: Ominostanco e il giapponese Gak Sato. Il concerto si è chiuso con un bis chiesto a gran voce dal pubblico.
Sul palco un Capossela emozionato e soddisfatto.
Tra gli spazi più gettonati, impossibile non ricordare poi l'Elettrowave - dedicato alla clubculture e alle nuove frontiere dell'elettronica, che all'interno di Italia Wave ha proposto due lunghe serate di dj-set, visual e allestimenti video. Sabato, per l'ultimo appuntamento, sale stracolme e pubblico letteralmente rapito dai groove techno del tedesco Zip prima e del rumeno Raresh dopo. A precederli, i live-sets dell'italianissimo Renato Figoli e dei francesi Noze.
Le contaminazioni sperimentali del noto musicista Jimi Tenor, accompagnato dai percussionisti africani Kabu Kanu, hanno invece contribuito alla riuscita qualitativa di una vera e propria serata d'autore, proseguita con i live dell'artista tedesco Kalabrese e della sua Rumpelorchestra, e quello, più orientato verso un pop molto più elettronico, del texano Matthew Dear che, subito dopo, ha passato il testimone al funk-rock pazzo dei Datarock.