Questo l'intervento di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo: «Cinema Ciak, il Comune ribadisca i vincoli, riqualifichi la zona e favorisca una trattativa per restituire alla città una delle sale più vitali del centor storico. La chiusura del cinema Ciak non è che l'ennesima per la città di Firenze. Negli anni sono state chiuse, tra le altre, le storiche sale Apollo, Astra, Capitol, Compagnia, Corso, Eolo, Goldoni, Ideale, Nazionale, Supercinema, Vittoria. L'amministrazione comunale, dal 1995, ha lasciato alla deriva questo settore culturale, vitale per contrastare il declino della città.
Giovanni Maria Rossi, presidente della Cooperativa L'Atelier, ci informa che l'intervento pubblico per riaprire in centro quattro cinema attualmente è ipotizzato solo per il cinema Alfieri, peraltro di proprietà comunale. Allo stesso tempo denuncia la mancanza di interlocutori pubblici, ovvero di coloro che dovrebbero contare e presumibilmente decidere. Molte chiacchiere quindi, ma senza nessuna traduzione in atti concreti, in atti politici. Nella vicenda del Ciak, al di là di poche e dispersive parole, la giunta non ha fatto niente e, dopo i clamori suscitati dalla stampa, sembra voler rimuovere la questione.
E' necessario invece che il Comune di Firenze favorisca una trattativa tra la proprietà dell'immobile e la proprietà dell'azienda cinema ribadendo alla prima che ci sono vincoli da rispettare sulla destinazione d'uso e alla seconda che si impegnerà per sollevare dal degrado via Faenza e le strade del centro. L'amministrazione comunale deve essere pienamente consapevole che la speculazione edilizia scommette sul cosiddetto "degrado" del quartiere, lasciandolo andare alla deriva per auspicare poi rapide e risolutive operazioni di bonifica poliziesca e favorire nuove abitazioni di lusso, residence, alberghi.
La situazione difficile della zona va invece combattuta giorno dopo giorno, ad esempio, con la pulizia della strada, un'illuminazione adeguata, l'installazione di servizi pubblici, l'avvio della raccolta dei rifiuti porta a porta che consentirebbe anche un virtuoso esempio per il resto della città, con azioni concrete che rendano vivibile per tutti e tutte una delle zone più belle della città».