3 luglio 2007- Una chaise longue con la base in terra cruda bicroma con tecnica tipicamente magrebina e seduta in terracotta. Un sofà basso in capitonnè, arredi urbani, ma anche nuovi oggetti in ceramica. Sono questi alcuni degli oggetti che saranno esposti nella mostra “Abitare (il) Mediterraneo” allestita da giovedì 5 luglio (evento inaugurale alle 18) al 13 luglio all'Ospedale degli Innocenti, in Piazza della Santissima Annunziata a Firenze.
Gli oggetti, espressione del Mediterraneo, sono nati dall’incontro tra progettisti e aziende che provengono dalla sponda nord e sud: dall’Italia, dall’Algeria, dalla Tunisia, dal Marocco, dalla Francia, dalla Spagna.
Sono oggetti che rappresentano simboli e ritualità dei paesi che si affacciano su questo mare. Con questa iniziativa si conclude il progetto Euromedsys HabitatMed, un programma Interreg promosso dalla Regione Toscana, con il Consorzio Casa Toscana e con l’apporto operativo del Centro Sperimentale del Mobile di Poggibonsi. L’obiettivo è quello di attribuire al design contemporaneo una soglia simbolica rilevante per realizzare degli oggetti che abbiano una capacità narrativa e siano legati ad una ritualità, parlando nello stesso tempo del loro territorio di origine, ovvero il Mediterraneo.
In questo caso hanno lavorato insieme imprese toscane e designer dell’area del Maghreb. Bardi di Quarrata, in provincia di Pistoia, con il designer algerino Sherif ha disegnato il Sofa basso in capitonne. Housegarden (ancora di Quarrata) con Khadija Kabbaj, Marocco, foggia le applique a più luci in ceramica e metallo. Francesco Del Re, azienda toscana di terre cotte, insieme a Mehdi Dellagi,Tunisia, dà vita alla chaise longue da esterni in terra cruda e terracotta. Quasi l’oggetto simbolo della contaminazione mediterranea.
Invece Macaedis, azienda spagnola della zona della pietra di Macael, è insieme a AdrianoDesign per modellare sedute urbane realizzate con un blocco centrale in pietra e anelli modulari sovrapponibili in modo sfalsato a creare le sedute.
HabitatMed ha messo in moto anche un nuovo linguaggio per la ceramica. Dalla collaborazione tra i 130 artigiani tunisini di Moknine, nei pressi di Scusse, e gli studenti del Corso di Laurea di Disegno Industriale dell’Università di Firenze, quelli della Seconda Università di Napoli e quelli delle Scuole di Belle Arti di Marsiglia e di Scusse, sono nati alcuni prototipi esposti nella mostra.
Tra le nuove idee di impiego della ceramica ci sono un contenitore per rendere asciutta dall’olio la focaccia tunisina, portaspezie fatti a gioiello, piastrelle con funzioni di lavagnetta dove scrivere con il gesso, una tovaglia in ceramica invetriata destinata ad un locale pubblico. Produzioni locali, agroalimentare e ceramica sono i contesti prioritariamente indagati. Per giungere a definire oggetti per la tavola dal contenuto fortemente simbolico. Abitare Mediterraneo è iniziato con l’analisi dei sistemi produttivi territoriali dei partner della costa nord e sud del Mediterraneo, dal convegno internazionale “Abitare Mediterraneo” (a Siena nel mese di giugno 2003) e con il progetto pilota HabitatMed (nel luglio 2004).
Informazioni: 0577 937457