Firenze- “Gli esponenti di An hanno costruito un castello accusatorio arbitrario che non guarda alla realtà dei fatti, ma che punta solo ad alimentare un ingiusto senso di sfiducia nelle istituzioni”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni apre la sua risposta alle dichiarazioni del capogruppo di An al Parlamento europeo Roberta Angelilli e al consigliere regionale Marcella Amadio in relazione all’inchiesta della Guardia di Finanza sull’utilizzo di finanziamenti Ue per l’insediamento di imprese condotte da giovani.
“E’ del tutto falso – sottolinea l’assessore – che le contestazioni riguardino il reato di truffa aggravata e tantomeno che si possa prefigurare, come sostenuto dagli esponenti di An, una rete di illeciti. Lo conferma il fatto che della questione si stia occupando la Corte dei conti, che come è noto, non è giudice penale ma contabile e non può pertanto indagare su fattispecie come la truffa. La vicenda si fonda sulla modalità di erogazione delle somme e quindi di interpretazione più o meno corretta di norme comunitarie, norme che in quella fase specifica non contenevano fra l’altro ancora tutti gli elementi di attuazione che sono stati definiti dalla Commissione europea in tempi successivi.
Erano infatti i primissimi periodi di applicazione del regolamento sullo sviluppo rurale ed evidentemente su alcune norme relative ai criteri di attribuzione dei fondi vi erano state delle divergenze interpretative che ora l’inchiesta sta cercando di appurare”. “Proprio per questo – aggiunge - la Regione, le Province e le comunità montane stanno collaborando con la Guardia di finanza per fornire tutti gli atti e le spiegazioni che possano contribuire a far sì che dubbi ed ombre sul funzionamento e la corretta destinazione dei fondi possano essere fugati”.
Altro punto sollevato riguarda le responsabilità dell’agenzia regionale che si occupa dei pagamenti (Artea) della quale la consigliera di An è tornata a chiedere lo scioglimento. “Una posizione pretestuosa che dimostra la totale disinformazione su questi fatti – commenta l’assessore Cenni – Artea infatti, non ha infatti alcun ruolo in questa vicenda. L’organismo pagatore che ha trattato questi aiuti è quello nazionale, cioè Agea (ex Aima). Quantomeno l’esponente di An ha sbagliato destinatario”.
Quanto alla richiesta di restituzione dei fondi Ue sollecitata dai rappresentanti di An, l’assessore sottolinea che la vera priorità, oggi, è quella di fare chiarezza sulla vicenda: “La Regione Toscana assieme alla propria Agenzia (Artea) e a Province e Comunità montane, è convinta di avere costruito, in questi ultimi anni, un sistema sempre più efficiente e garantista nei confronti della gestione dei finanziamenti pubblici. Gli apprezzamenti di tutti i soggetti compresa la stessa Guardia di Finanza, sulla trasparenza e completa disponibilità di tutte le informazioni relative alla concessioni di aiuti nonché alla tracciabilità delle operazioni, dimostrano che stiamo andando nella giusta direzione”.
“Vorrei ricordare – sono ancora parole dell’assessore - che per lo scorso Piano di sviluppo rurale la nostra Regione è riuscita a utilizzare, nei tempi previsti, 806 milioni di euro, 720 stanziati per la nostra regione, 86 ottenuti grazie a riparti successivi in virtù della capacità di spesa dimostrata.
E’ necessario continuare a lavorare con questa efficienza. Per questo, quello che ci preme davvero è che questa questione venga risolta nel più breve tempo possibile per evitare che il nuovo programma di sviluppo rurale 2007-2013 sia avviato in un clima di incertezza e di disagio. Il piano sarà infatti uno strumento fondamentale per il rilancio della nostra agricoltura e il sostegno alle popolazioni rurali”. (mo)