Firenze, 14 giugno 2007- La consulenza agro ambientale nell’era della Pac può divenire un’opportunità anziché un “obbligo” burocratico. Infatti con le nuove normative a livello comunitario, si modificano anche le metodologie per l’audit aziendale e le tecniche di comunicazione sugli aspetti agro ambientali. Se ne è parlato a Firenze, durante un seminario organizzato dall’Arsia, per la presentazione dei risultati del progetto di ricerca triennale curato dall’Agenzia regionale sui "Sistemi informativi e comunicazione per le politiche agroambientali”, e realizzato dal Dipartimento di economia agraria e delle risorse territoriali dell’Università di Firenze.
Dallo studio è emerso uno stretto collegamento fra le misure di politica agraria legate alla condizionalità e l’audit aziendale inteso come forma di consulenza alle aziende da parte dei tecnici.
Si va sempre più nella direzione di un’autocertificazione della condizionalità attraverso il controllo sullo stato di manutenzione dei terreni a prescindere da cosa si produca, o con la verifica degli aspetti ambientali, agronomici e paesaggistici. Pertanto tali attività non dovranno essere considerate come adempimenti da svolgere in risposta alle prescrizioni normative, ma potranno rappresentare una vera e propria opportunità di sviluppo per le aziende attraverso il miglioramento qualitativo delle produzioni, la loro ecosostenibilità e il rispetto del paesaggio che costituisce, sempre per le imprese agricole, un valore aggiunto significativo.
Il progetto di ricerca si è inserito in una serie di iniziative avviate dall’Arsia, su indicazione della Giunta Regionale Toscana, che si ponevano l’obiettivo di approfondire i temi legati all’integrazione fra gli aspetti ambientali e quelli che fanno capo ai sistemi produttivi agricoli. Lo scopo finale era quello di individuare gli strumenti operativi necessari a favorire l’applicazione delle nuove norme comunitarie sulla condizionalità, attraverso l’organizzazione di servizi di supporto alle aziende in grado di agevolare il rispetto dei criteri di gestione obbligatoria e la diffusione delle buone pratiche agricole.