della capogruppo di Rifondazione comunista Anna Nocentini
La legge regionale 1/05 introduce fra le novità nella redazione del Piano Strutturale la predisposizione della Valutazione integrata, a cura di una Commissione di esperti; il Regolamento che ne disciplina la realizzazione prevede la presentazione di una relazione di sintesi che spiega le fasi di detta valutazione. Questo strumento risponde alla necessità di mettere in grado i cittadini di acquisire informazioni e una prima complessiva valutazione rispetto agli obiettivi che il Piano si prefigge, così da garantire effettiva possibilità di partecipazione.
Risponde anche alla necessità dei consiglieri comunali, chiamati, specialmente come componenti della commissione urbanistica, a dare un giudizio consapevole su materia complessa e importantissima. Scorrendo quindi velocemente i documenti del Piano Strutturale oggi consegnati, balza agli occhi che fra le centinaia di pagine presentate non c'è la Relazione di sintesi; c'è una relazione sulle attività di valutazione, all'interno della quale opportunamente si richiamano i principi della valutazione integrata e si definisce che la "Relazione di sintesi è il documento che descrive tutte le fasi di valutazione (...) degli strumenti (...) degli atti di governo del territorio e comprende: a) i risultati delle valutazioni territoriali, ambientali, sociali ed economiche e sulla salute umana, la verifica di fattibilità e di coerenza interna ed esterna; b) la motivazione delle scelte fra soluzioni diverse o alternative, ove sussistenti; c) la definizione del sistema di monitoraggio finalizzato alla gestione dello strumento della pianificazione (...); d) il rapporto ambientale (..).
La partecipazione è parte essenziale della valutazione e i suoi risultati devono essere presi in considerazione prima che il soggetto competente assuma le proprie determinazioni" (pag.13). Non sfugge quindi l'importanza di questo documento che però non troviamo fra gli allegati alla delibera 369. Nella stessa Relazione sulle attività di valutazione, a pagina 18, troviamo elencati 15 criteri di valutazione in base ai quali definire la sostenibilità del Piano: la Commissione, elencando i criteri, non afferma che essi siano stati rispettati nella predisposizione del Piano Strutturale, anzi li lascia nella forma di quesiti.
Successivamente l'analisi dello statuto (altro elemento introdotto dalla legge 1/05) svolta su indicatori di legittimità e di efficacia, riporta la valutazione di alcuni articoli dello stesso come del tutto insoddisfacenti, definendo ad esempio "generale, non articolato. Non permette la misurazione di efficacia" quanto relativo all'obiettivo primario, ovvero al "rispetto dei principi di sostenibilità e di tutela delle risorse essenziali del territorio".E scorrendo velocemente la stessa relazione nella parte finale troviamo solo il titolo "Analisi del processo di condivisione" e i sottotitoli "Partecipazione" e "Collaborazione fra Enti pianificatori": nessuna valutazione al riguardo.
Prima di entrare nel merito dei contenuti del Piano, prima che i gruppi consiliari inizino il percorso di approfondimento che già stanno utilmente definendo, vorremmo che l'assessore fornisse la relazione di sintesi che la legge regionale prevede e regolamenta; vorremmo che i professionisti che hanno lavorato alla Relazione sull'attività di valutazione riferissero in commissione urbanistica in merito ai quesiti che non hanno trovato risposta. La definizione degli obiettivi e le azioni per raggiungerli saranno oggetto di dibattito politico; preliminare è definire se lo strumento Piano strutturale, come approvato dalla giunta, risponda a criteri di sostenibilità territoriali, ambientali, sociali ed economiche e sulla salute umana.
La relazione sulle attività di valutazione - sebbene risulti ben impostata e metodologicamente valida, come ad esempio nella valutazione di congruenza con i piani esterni - non ci dà gli strumenti necessari. In assenza anche della relazione di sintesi ci interroghiamo anche sulla legittimità dell'approvazione dell'atto.